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Ospedale San Pio tra sciacallaggio e depotenziamento: i sindaci scrivono ad Emiliano

L L'ospedale San Pio di Castellaneta

I contagi da Coronavirus sembrano essere diventati ormai il nuovo ostacolo da superare per l'ospedale San Pio di Castellaneta. Una struttura alle prese con una lotta continua per l'affermazione, anche dopo essere stato individuato come ospedale di Primo Livello della provincia, nel 2016.

E cosi, dopo averne scongiurato solo poco tempo fa la chiusura, ecco che il Punto Nascita dell'ospedale di Castellaneta è nuovamente in pericolo. I sindaci del versante tornano allora a scrivere al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Una lettera corposa, che non manca di far luce su "zone d'ombra" che continuano a caratterizzare il San Pio: l'U.T.I.C., la carenza di personale, le sorti di Pediatria, Ginecologia e ostetricia, solo per citarne alcune.

"Strategia di depotenziamento graduale": viene definita cosi nel documento inviato ad Emiliano, la situazione del San Pio. Situazione che, ad oggi, con la dura battaglia contro il Covid-19, presenta il conto del Punto Nascita.

"Noi chiediamo a gran voce che si potenzino reparti che sono già considerati delle vere e proprie eccellenze quali ortopedia, oncologia, cardiologia e che, purtroppo, non riescono ad esprimere tutte le loro potenzialità a causa della carenza di personale.

Il nostro ospedale non può, ancora oggi, dover rinunciare al servizio assolutamente indispensabile dell’U.T.I.C.; non possiamo accontentarci di appena due posti di T.I.P.O., seppur gestiti da un’ottima equipe, guidata da un eccellente primario. Ancor più doloroso per noi rappresentanti del territorio è dover riaprire la ferita, mai rimarginata, rappresentata dalle note vicende che, da anni ormai, riguardano il blocco ostetricia, ginecologia e pediatria.
Una serie di atti che hanno preso le mosse, già in sede di redazione del piano di riordino ospedaliero, con quel famigerato refuso, mai corretto in questi ultimi 4 anni. Subito dopo, il trasferimento a Taranto dell’ottimo dott. Emilio Stola, primario di ostetricia e ginecologia, che con tutta la sua squadra stava facendo segnare numeri in costante crescita.

Tutto il territorio si è opposto compatto a questa evenienza e siamo riusciti, grazie al contributo provvidenziale di validissimi professionisti, in primis la dottoressa Iolanda Chinellato primario di pediatria, a sventare quello che sarebbe stato un colpo durissimo alla vita stessa del nostro nosocomio. Oggi, purtroppo, registriamo un clamoroso passo indietro che meglio di noi sindaci ha spiegato, in un messaggio inviatoci, un operatore sanitario:

“Il problema (anche se serio) non è la mancanza dei pediatri che mette a rischio la riapertura del punto nascita di Castellaneta dopo la sanificazione ma.....lo sciacallaggio che l'ospedale San Pio deve subire ogni volta in cui c'è una criticità. Gli avvoltoi sono davvero tanti....non abbiamo dimenticato i diversi tentativi fatti negli anni per chiudere il punto nascita, ne' "il furto" , nottetempo, dei macchinari della rianimazione per rimpolpare la rianimazione di Manduria (ma esiste?), ne' ancora il tentavo di chiudere "silenziosamente" il
laboratorio d'analisi dell'ospedale! In un momento tragico come quello attuale, in cui stiamo pagando il conto della distruzione ventennale della sanità pubblica....ecco che il reparto di ginecologia del SS. Annunziata per attivare il centro maternità COVID-19, pensa bene di poter attingere personale medico ed ostetrico dal reparto di ginecologia del San Pio (...) Anziché aiutarci a risolvere il problema per APRIRE IL PUNTO NASCITA.... Si approfitta per poter SVENTRARE il reparto....ovviamente in maniera definitiva (...)"


"In conclusione è opportuno precisare lo spirito che ci anima nello scrivere questa nota: non vogliamo aderire al partito di coloro i quali non hanno mai mosso un dito per il nostro ospedale e poi, all’improvviso, si svegliano, forse perché siamo a ridosso della campagna elettorale regionale o, ancor di più, si preparano (o si illudono di prepararsi) a campagne elettorali ancora lontane.

Il nostro pensiero deve essere chiaro: non vogliamo strumentalizzare per fini politici la sanità tarantina, noi, almeno noi, questo non lo abbiamo mai fatto, men che meno ci sogniamo di farlo adesso in un frangente così difficile e delicato. Non abbiamo bisogno di una lettera spot ai giornali per lavarci la coscienza!
Vogliamo soltanto che si riprenda il più presto possibile il percorso di crescita e di potenziamento dell’ospedale “San Pio”, obiettivo rispetto al quale non arretreremo per nessun motivo al mondo".

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