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Riqualificazione "Villa 7 Pozzi": l'opposizione di Castellaneta storce il naso

La villa 7 pozzi a Castellaneta La villa 7 pozzi a Castellaneta

La villa 7 Pozzi potrebbe presto cambiare volto: si è discusso di questo nella seduta straordinaria e monotematica di consiglio comunale, chiamato ad esprimersi su una proposta progettuale di recupero, ampliamento e riqualificazione della villa comunale e del bar caffetteria, presentata dalla società Musicaeparole.

In sintesi, il progetto di Musicaeparole prevede una corposa riqualificazione della storica villa sita alle spalle del convento dei frati minori, con ampliamento volumetrico, creazione di campi da beach volley e realizzazione di un pub con organizzazione di eventi, concerti, cabaret e spettacoli.

Troppe migliorie per Antonio D'Ambrosio (Gruppo Misto): «Prima di prendere decisioni del genere - ha spiegato il consigliere di opposizione - sventolando come motivazione l'interesse pubblico, bisogna ben specificare che tipo di interesse pubblico si stia cercando di soddisfare ma soprattutto cercare di coinvolgere il più possibile la cittadinanza».

Sulla sua stessa linea il capogruppo PD Gianni Di Pippa che, il 21 giugno scorso, aveva chiesto la risoluzione del contratto per il mancato rispetto delle prescrizioni contenute nello stesso, da parte della società concessionaria Musicaeparole: «Lo avevo fatto - ha spiegato Di Pippa - a causa delo lo stato di incuria e degrado nella quale versa la villa. Ora l'amministrazione ha impresso un'accelerazione convocando in seduta straordinaria il Consiglio comunale per la discussione di un unico punto all'ordine del giorno al fine di ottenere il nulla osta al progetto di recupero.

Ho chiesto il ritiro del punto - ha aggiunto Di Pippa -, perché ritengo che la procedura seguita per approvare il progetto sia illegittima. 

Il Partito Democratico di Castellaneta ritiene che la proposta di riqualificazione che prevede un ampliamento volumetrico ed una riduzione sensibile degli spazi liberi fruibili, oltre a rispettare l’iter normativo, debba essere discussa prima con la cittadinanza e con chi potrebbe vedere violato “il silenzio dei chiostri”».

La discussione del punto è stata rinviata alla V commissione Urbanistica.

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