news ed eventi CIA

DA P.CO VALENTINO A GINOSA MARINA | INTERVISTA A DON RENZO DI FONZO

DA P.CO VALENTINO A GINOSA MARINA | INTERVISTA A DON RENZO DI FONZO DA P.CO VALENTINO A GINOSA MARINA | INTERVISTA A DON RENZO DI FONZO | © Castellaneta

"Le realtà ecclesiali di Castellaneta sono tutte belle ed affascinanti nella loro unicità, così come l'intera realtà cittadina!"

Con queste testuali parole, il nostro concittadino don Renzo Di Fonzo, da poco parroco di in Ginosa Marina, esprime nella nostra intervista l'amore per il suo paese natale, ricordando di come la lontananza faccia bene alla propria crescita e serva a farci amare più intensamente le persone e i luoghi che ci appartengono dalla nascita.



Innanzitutto parlaci un pò di te, di quando eri ragazzo e di come è nata la tua vocazione...
La mia vocazione al sacerdozio penso non abbia una data precisa d'inizio, ma è cresciuta sempre più in me con il crescere della mia età. Da bambino ho pensato al sacerdozio con particolare ammirazione e devo dire con gioia che ho sempre coltivato l'idea che un giorno anch'io sarei diventato prete. La mia adolescenza l'ho trascorsa a Castellaneta, dove sono nato il 18 luglio del 1975, abitando fin da piccolo nella zona di Parco Valentino. Ho frequentato la parrocchia di San Francesco d'Assisi, lì ho mosso i primi passi della mia ricerca vocazionale, lì ho ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana, tranne il Battesimo che mi è stato amministrato nella parrocchia del Cuore Immacolato di Maria . Dopo la maturità ho scelto di vivere l'esperienza del servizio militare di leva che ho svolto presso la caserma del Genio Pontieri di Piacenza dal 16 gennaio al 30 dicembre del 1996. L'ingresso nel seminario regionale "Pio XI" di Molfetta, avvenuta nel settembre del 1998 ha segnato in maniera profonda il mio cammino di discernimento. In quel luogo di formazione ho percepito che la strada del sacerdozio era quella della mia gioiosa realizzazione, posso dire che sono passato dal fascino dell'idea di essere sacerdote ad innamorarmi seriamente della persona di Cristo al quale ho donato tutta la mia esistenza. Terminato il percorso formativo umano, culturale e spirituale in seminario sono stato ordinato sacerdote il 21 maggio 2005 nella Cattedrale di Castellaneta dal nostro Vescovo Mons. Pietro M. Fragnelli.

Gli obiettivi che ti eri prefissato durante la tua formazione, sono stati raggiunti?
Alcuni si, il più importante quello del sacerdozio è stato raggiunto. Poi naturalmente gli obiettivi formativi, che sono quelli più rilevanti e utili nella vita sacerdotale si raggiungono lungo il cammino, in quanto il Signore apre il nostro cuore ad accogliere la ricchezza dei suoi doni durante tutto il percorso di vita. E poi........l'essere diventato parroco è per me un altro obiettivo raggiunto.

Come ti trovi ad essere parroco in un piccolo paese quale Ginosa Marina?
Vorrei dire che Ginosa Marina non è proprio un piccolo centro così come viene spesso considerato, almeno dal punto di vista parrocchiale. La comunità conta più di 5.000 abitanti, abbiamo la media di circa 15 matrimoni l'anno, di 65 bambini che ricevono la prima comunione, di 70 ragazzi che ricevono la cresima, di 50 neonati che vengono battezzati, dunque come vedete c'è molto da lavorare. Per non parlare del flusso turistico estivo che non ti fa assolutamente annoiare. Per tutto quanto detto e per molto altro, posso dire che a Ginosa Marina mi trovo benissimo.

Ti manca essere nel tuo paese natale, Castellaneta?
Non sono molto lontano da Castellaneta , vi faccio ritorno spesso, dunque non avverto la mancanza del mio paese natale. Inoltre credo che la distanza dal proprio luogo di nascita faccia bene alla crescita, forse un po' tutti dobbiamo sperimentare la lontananza dalle proprie abitudini e anche dalle proprie famiglie d'origine questo aiuta la nostra crescita e la nostra formazione. La lontananza serve a far amare di più le persone e i luoghi che ci appartengono per nascita, voi stessi lo potete vedere come molti che vivono a Castellaneta vogliono scappare e altrettanti che sono lontani vogliono ritornare.

Ti piacerebbe 'ritornare in patria', magari proprio come parroco?
Mi verrebbe da citare il passo del Vangelo dove Gesù afferma che: nemo propheta in patria (nessuno è profeta nella sua patria). Per il momento sono contento di vivere il mio ministero lontano dalla mia "patria", poi mi rimetto alla volontà e al giudizio del mio vescovo, in quanto nessuno è costretto a cose impossibili.

Quale chiesa più ti affascina di Castellaneta e dove vorresti professare?
Qui devo rispondere in modo secco, le realtà ecclesiali di Castellaneta sono tutte belle ed affascinanti nella loro unicità, così come l'intera realtà cittadina.

Ho notato che ha un profilo Facebook, come giudichi "le nuove frontiere della comunicazione? Segui ViviCastellaneta?
Si certo ho un profilo Facebook e seguo con particolare ammirazione ViviCastellaneta.
Le nuove frontiere le giudico in modo positivo, oggi è ormai un impegno e anche una responsabilità per noi sacerdoti varcare le soglie della moderna comunicazione sociale e soprattutto saperci stare mantenendo alto il nostro stile di dialogo. Tanti, spesso utilizzano la rete per parlarti, dunque sostare in questi spazi è per noi un "dovere pastorale", naturalmente valorizzando bene e con equilibrio queste nuove forme di dialogo e di dibattito.
Il papa questo lo ha ribadito nel recente messaggio per la XLVII giornata mondiale delle comunicazioni sociali quando scrive: "Questi spazi, quando sono valorizzati bene e con equilibrio, contribuiscono a favorire forme di dialogo e di dibattito che, se realizzate con rispetto, attenzione per la privacy, responsabilità e dedizione alla verità, possono rafforzare i legami di unità tra le persone e promuovere efficacemente l'armonia della famiglia umana. Lo scambio di informazioni può diventare vera comunicazione, i collegamenti possono maturare in amicizia, le connessioni agevolare la comunione. Se i network sono chiamati a mettere in atto questa grande potenzialità, le persone che vi partecipano devono sforzarsi di essere autentiche, perché in questi spazi non si condividono solamente idee e informazioni, ma in ultima istanza si comunica se stessi".

Stiamo vivendo l'anno della fede e si celebra il sinodo (concilio ecclesiastico) sulla nuova evangelizzazione. Secondo lei, noi laici, come dovremmo vivere la nuova evangelizzazione?
I fedeli laici vivono immersi nelle faccende del mondo e lì sono chiamati ad una forte e qualificata testimonianza del Vangelo. Ma per vivere questo è necessario scrivono i padri sinodali nel messaggio finale al popolo di Dio: "ravvivare una fede che rischia di oscurarsi nei contesti culturali attuali. L'incontro con il Signore, che rivela Dio come amore, può avvenire solo nella Chiesa, come forma di comunità accogliente ed esperienza di comunione; da qui, poi, i cristiani ne diventano testimoni anche in altri luoghi. Niente pessimismo, dunque: globalizzazione, secolarizzazione e nuovi scenari della società, migrazioni, pur con la difficoltà e le sofferenze che comportano, devono essere opportunità di evangelizzazione: perché non si tratta di trovare nuove strategie come se il Vangelo fosse da diffondere come un prodotto di mercato, ma di riscoprire i modi con cui le persone si accostano a Gesù".

Qui è sintetizzato quello che i laici battezzati devono vivere per essere protagonisti della nuova evangelizzazione.

Nella chiesa di oggi, sembrano coesistere due anime parallele, con visioni e prospettive piuttosto lontane le une dalle altre; una linea piuttosto tradizionale e un'altra più "progressista", giovanile. Cosa ne pensi in merito? In quale delle due ti rivedi? E' infine possibile secondo te un ascolto tra le due anime?
Credo che la linea progressista così come tu la chiami, non coincida sempre con quella giovanile, in quanto nella chiesa ci sono tanti giovani preti e laici che sono più tradizionalisti di coloro che hanno vissuto in quel clima. Io personalmente penso che il concilio ha compiuto all'interno della comunità credente una grande rivoluzione positiva.
Le due linee che a prima vista sembrano tra di loro antitetiche, se le guardiamo bene diventano tra di loro complementarie in quanto il concilio a cercato di liberare l'annuncio del Vangelo dal manto polveroso di una storia secolare e riportare alla luce la vitalità delle origini cristiane. Dunque compito del Concilio è stato quello di ritornare alle origini e nello stesso tempo permettere alla Parola di Dio di brillare in maniera netta e rigorosa nella liturgia, nella catechesi, nella spiritualità, nella pastorale e nella teologia. Perciò io mi rivedo nella linea nella quale sono nato e continuo a vivere cioè quella del concilio.

Un saluto a tutti i concittadini di Castellaneta e a ViViCastellaneta...
Saluto cordialmente tutti i miei cari concittadini di Castellaneta augurando a tutti tanta pace e serenità. Ringrazio di vero cuore la redazione di ViviCastellaneta per l'opportunità che mi ha concesso, saluto l'amico Dario Benedetto l'intervistatore Alessandro Stendardi e auguro a questa bella e nuova iniziativa di continuare a progredire per permettere a tutti i Castellanetani sparsi per il mondo di continuare a Vivere Castellaneta. Ad maiora!

Alessandro Stendardi

Le notizie del giorno sul tuo smartphone
Ricevi gratuitamente ogni giorno le notizie della tua città direttamente sul tuo smartphone. Scarica Telegram e clicca qui

Dario Benedetto - lun 23 giugno

Solo pochi giorni fa sembrava quasi impossibile e ...

La Redazione - mar 17 giugno

In vista dei prossimi esami di maturità, gli studenti ...

La Redazione - mar 17 giugno

Nel giorno più lungo dell’anno nella chiesa dell'Assunta di Castellaneta accade qualcosa ...