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Esaltazione della Santissima Croce: ieri la solenne liturgia

La confraternita del Santissimo Crocifisso La confraternita del Santissimo Crocifisso

Il 14 settembre scorso, nella chiesa Cattedrale di Castellaneta, si è tenuta la solenne liturgia per l’esaltazione della Santissima Croce. 

La festività della Santissima Croce è conosciuta anche come “ostensione o esaltazione” della Santissima Croce, in quanto, in passato, in ricordo del sacrificio di Cristo si innalzava simbolicamente la croce e la si ostentava ai fedeli.

La festività ricorda il ritrovamento della croce da parte della madre dell’imperatore Costantino Sant’Elena il 14 settembre del 327.

La Cattedrale risplendeva nel rosso delle mozzette della confraternita del Santissimo Crocifisso. Il rosso del martirio di Cristo tra i marmi policromi e gli stucchi dorati del soffitto creavano un’armonia cromatica tale da far sentire più fortemente il mistero della salvezza.

“La Cattedrale ritrovata dopo la lunga chiusura” mostra nella sua incomparabile bellezza, quanto la liturgia per essere ascoltata e sentita necessiti anche di forme che sono d’ausilio alla ricezione del messaggio. Essa non è solo un bene artistico e molto altro per chi sa porsi in accordo con i suoi significati invisibili.

 La festività dell’Esaltazione della Santissima Croce è il punto centrale tra l’intronizzazione della Vergine Maria avvenuta l’8 settembre e la processione dell’Addolorata che si terrà oggi (15 settembre).

Già l’8 settembre scorso, don Mauro Ranaldi aveva descritto nella sua omelia il mistero della nascita di Cristo come “il dono” che apre al futuro e conduce alla “strettoia della croce”.  Il dono del figlio irrompe nella vita, rompe ogni programma umano e rende feconda. Ogni esistenza che si dispone a ricevere “il dono della salvezza”.  Il 14 settembre si dà voce al mistero della croce e specialmente vi è l’indugiare dei fedeli sulla “strettoia della fede”.  

La “strettoia della Croce” è nel rosso che punteggia la Cattedrale, il sangue della passione di Cristo è la vittoria sulla morte. 

L’esaltazione della croce è il momento topico che  porta dalla realtà mondana  al trascendente. I canti e il turibolo che con il suo ondeggiare ha diffuso l’odore di incenso e le parole di don Ranaldi hanno condotto i fedeli a vivere un’esperienza integrale.

Adorare la croce è la via che conduce verso il difficile percorso della salvezza, è partecipazione comune al mistero della vita che vince la morte. 

I fedeli hanno il difficile compito di portare l’esaltazione della croce nel quotidiano, ma affinché  ciò possa essere è necessario contemplare il mistero della croce.

La confraternita del Santissimo Crocifisso ritrova in questa festività il “senso del suo esserci”. Deve testimoniare che in una realtà laicizzata è possibile portare il messaggio cristico, in quanto in esso vi è l’eterno che non passa con le mode, ma è  nella storia in cammino. La festività in presenza dei confratelli e delle consorelle della Santissima Croce precede la processione dell’Addolorata della omonima confraternita.

Le due giornate sono in realtà un unico momento di adorazione e speranza, in quanto l’Addolorata è anch’essa la crocifissa. Entrare nel mistero significa ricostruire i legami tra le varie manifestazioni liturgiche e comprenderle con la forza della fede che vivifica la ragione.

Le confraternite sono un unico corpo unite nel mistero della croce, esse sono metafora dell’unità nella differenza dei cattolici.

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