
Dopo la nota del sindaco Giancarla Zaccaro, che ha annunciato lo stop ai biglietti gratuiti per le giostre del luna park in occasione della festa patronale (clicca qui per rileggere l'articolo), arriva la replica politica. A intervenire è Teresa Errico, segretario provinciale della Democrazia Cristiana con Rotondi, che invita a riflettere sul significato della scelta.
Errico sostiene che «l’eliminazione indiscriminata di una possibilità – pur piccola – non rappresenti davvero una scelta equa». A suo avviso, i biglietti omaggio offerti dai giostrai non sono un privilegio, ma «una consuetudine che può trasformarsi in una piccola leva di welfare, se utilizzata con responsabilità».
La proposta avanzata da Errico è di destinare quei biglietti a bambini seguiti dai servizi sociali, famiglie in difficoltà, centri educativi e associazioni del territorio. Eliminare del tutto la pratica, senza distinzione, significherebbe – secondo la dirigente Dc – «rinunciare a esercitare un ruolo fondamentale dell’amministrazione pubblica: riconoscere i bisogni e distribuire le risorse in modo giusto».
Il segretario provinciale sottolinea che «l’uguaglianza non consiste nel dare a tutti la stessa cosa, ma nel dare a ciascuno ciò di cui ha realmente bisogno». Per questo, ritiene che la scelta del Comune rischi di generare «una nuova forma di disuguaglianza, mascherata da imparzialità».
Errico conclude che governare significa assumersi la responsabilità di decidere e sostenere chi è più fragile, anche attraverso piccoli gesti simbolici come un biglietto per le giostre: «La vera equità si costruisce distribuendo con responsabilità, non togliendo a tutti per non dover scegliere».
La nota stampa integrale:
In prossimità della festa patronale, che ogni anno rappresenta per Massafra un momento di comunità, tradizione e partecipazione popolare, si ripresenta anche la questione legata ai biglietti omaggio delle giostre. L’amministrazione comunale ha già annunciato la volontà di non ritirare né distribuire i biglietti offerti dai giostrai, sostenendo che “tutti i bambini sono uguali” e che, per garantire equità, sia giusto non prevedere alcuna agevolazione.
Credo sia doveroso fermarsi a riflettere su questo approccio. L’intenzione dichiarata è quella di promuovere l’uguaglianza. Tuttavia, bisogna chiedersi se l’eliminazione indiscriminata di una possibilità – pur piccola – rappresenti davvero una scelta equa, oppure se, al contrario, rischi di cancellare un’occasione di inclusione proprio per quei bambini e quelle famiglie che, più di altri, avrebbero bisogno di sentirsi parte di un momento di festa e di normalità.
Da sempre, in tante città italiane, i giostrai offrono all’amministrazione comunale un certo numero di biglietti omaggio come gesto di riconoscenza e partecipazione verso la comunità ospitante. Non si tratta di privilegi né di favoritismi, ma di una consuetudine che può trasformarsi in una piccola leva di welfare se utilizzata con responsabilità. Questi biglietti, infatti, possono essere destinati a bambini seguiti dai servizi sociali, a famiglie in condizioni di disagio economico, a centri educativi e ad associazioni che operano con i minori sul territorio.
Eliminare tutto, senza distinzione, significa rinunciare a esercitare un ruolo fondamentale dell’amministrazione pubblica: quello di saper riconoscere i bisogni, regolamentare le risorse, distribuire in modo giusto. Perché l’uguaglianza non consiste nel dare a tutti la stessa cosa, ma nel dare a ciascuno ciò di cui ha realmente bisogno. Trattare tutti allo stesso modo, senza considerare le condizioni di partenza, rischia di generare una nuova forma di disuguaglianza mascherata da imparzialità.
Non si tratta di rimpiangere una prassi del passato, ma di immaginare un futuro amministrativo più attento e più giusto. Rinunciare a decidere per paura delle critiche o per timore di dover scegliere è una forma di deresponsabilizzazione. Governare significa anche affrontare la complessità delle scelte: individuare i criteri, stabilire priorità, assumersi la responsabilità di aiutare chi è più fragile.
In un contesto sociale in cui le difficoltà economiche colpiscono ancora molte famiglie, anche un piccolo gesto – come ricevere un biglietto per una giostra – può rappresentare un momento di felicità, un segnale di attenzione, un simbolo di appartenenza alla comunità. La festa patronale, in questo senso, dovrebbe essere un’occasione non solo di svago, ma anche di inclusione e di solidarietà.
Come rappresentante della Democrazia Cristiana con Rotondi, credo profondamente in un’idea di politica che non rinuncia, ma che si assume l’onere di fare, di regolare, di sostenere. Anche nei gesti più semplici si misura la capacità di un’amministrazione di essere vicina alle persone. Per questo, avrei scelto diversamente: non avrei cancellato la possibilità dei biglietti omaggio, ma l’avrei regolamentata e gestita con trasparenza, affinché arrivasse davvero a chi ne ha più bisogno.
Non è eliminando uno strumento che si realizza la giustizia. La vera equità si costruisce distribuendo con responsabilità, non togliendo a tutti per non dover scegliere.
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