
Dopo dieci anni dalla sua prima rappresentazione, il musical Il Risorto torna in scena a Castellaneta giovedì 1° maggio, alle ore 20 nella Chiesa dei Santi Francesco e Chiara, portando con sé non solo la narrazione intensa della Passione e Risurrezione di Cristo, ma anche il segno concreto di una comunità viva, unita e in cammino.
Era il 2014 quando, sotto il nome di Oratorio “Dio e Patria”, andò in scena per la prima volta questa esperienza teatrale. Oggi, il Lab.oratorio Beato Carlo Acutis ha ripreso quel percorso, coinvolgendo nuove generazioni e ritrovando sul palco alcuni dei protagonisti di allora: cresciuti, maturati e pronti a trasmettere, a loro volta, il significato di quell’esperienza.
In occasione dell’Anno Santo, il Giubileo della Speranza, si è deciso di proporre nuovamente il musical Il Risorto come segno di rinnovata fiducia e slancio spirituale. Un tempo propizio per tornare all’essenziale della fede, rileggere il mistero pasquale con occhi nuovi e condividere con tutta la comunità un messaggio che parla di salvezza, di luce e di rinascita.
Inizialmente previsto per il 25 aprile, lo spettacolo è stato posticipato in segno di rispetto per la scomparsa del Santo Padre, un evento che ha profondamente segnato la comunità. Questo slittamento ha trasformato la nuova data in un’occasione ancora più significativa di raccoglimento, speranza e rinascita.
La messa in scena è stata molto più di uno spettacolo: è il frutto di mesi di lavoro, prove, dialogo e condivisione. Il progetto ha preso forma grazie al coinvolgimento attivo della Chiesa dei Santi Francesco e Chiara, che ha sostenuto l’iniziativa con entusiasmo e disponibilità. Preziosa la presenza di Padre Gregorio, che ha accompagnato il gruppo con convinzione e partecipazione, credendo nel valore educativo e spirituale dell’intero percorso.
Un aspetto particolarmente sentito è stato l’inserimento dei ragazzi dell’associazione AFDHA, che si occupa di persone con disabilità. La loro presenza sul palco ha arricchito l’esperienza di tutti, offrendo un esempio concreto di inclusione, accoglienza e reciprocità. “È stato bello vedere come ognuno abbia trovato il proprio posto, il proprio ruolo, con naturalezza e semplicità”, racconta Emanuela Guida, che ha seguito da vicino la preparazione.
Tra questi c’è anche Tommaso Vivo, referente del gruppo e tra i principali coordinatori del progetto: «Abbiamo voluto costruire qualcosa che fosse davvero di tutti, e che parlasse non solo di fede, ma anche di crescita, di amicizia, di fiducia. Il Risorto non è un evento da guardare, ma da vivere insieme».
Ogni dettaglio dello spettacolo porta la firma della comunità. I costumi di scena sono stati interamente realizzati all’interno della sartoria del Lab.oratorio: un gruppo di volontarie e animatori ha dato vita a ogni abito con passione, precisione e creatività, trasformando ago e filo in strumenti di unione. Anche le musiche hanno una forte impronta locale: tutti i brani sono stati registrati dalle voci dei protagonisti stessi e montati dai giovani Gianluca Bufano e Felipe Mancini nella sala audio dell’oratorio, diventata per mesi un vero laboratorio di sperimentazione e lavoro condiviso.
«Non siamo professionisti – aggiunge Angelo Iacovelli, uno dei giovani protagonisti del progetto – ma ciò che conta è il messaggio che vogliamo trasmettere. E se anche ci sarà qualche imperfezione, siamo certi che a parlare sarà la verità di ciò che portiamo sul palco: una storia di speranza, di luce, di vita che rinasce oltre la croce».
Il Risorto è, ancora una volta, la prova di come un oratorio possa essere spazio di bellezza, incontro e testimonianza.
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