
È stato Luca Bianchini, nella serata del 14 luglio, a chiudere il ciclo di serate dedicate alla "Festa del libro" organizzata dal bar/libreria Nomine Rosae.
Lo scrittore torinese, classe 1970, tra il serio e il faceto ha presentato ad una platea numerosa la sua ultima "fatica", "Io che amo solo te", che prende in prestito il titolo della bellissima canzone di Sergio Endrigo.
È un romanzo ambientato nella nostra Puglia, precisamente a Polignano a Mare, in una settimana spazzata dal maestrale. Una settimana in cui ha luogo un evento mitico: il matrimonio in pompa magna di due ragazzi i cui genitori si sono amati per tutta la vita, senza mai potersi sposare.
Bianchini ha spiegato che questo libro è nato dalla voglia di raccontare a tutta Italia e chissà anche altrove, il rito e il galateo del matrimonio del Sud. Lo scorso anno, in questo periodo, è capitato in Puglia per un giro di presentazioni del suo ultimo romanzo e, complice un dolce "rapimento" da parte di una famiglia pugliese, si è trovato a partecipare a molti matrimoni nel giro di un'estate. Le storie che ha sentito raccontare tra una portata e l'altra sono state quindi, l'ispirazione per questo romanzo corale, che ha scritto mentre ancora si trovava nella suggestiva cornice della nostra costa pugliese.
L'autore ha imbastito un romanzo intrigante obbligando letteralmente il lettore a voltare pagina; ed è bello che ci sia riuscito raccontando un evento topico, qualcosa che al giorno d'oggi non va più di moda come un tempo, né nella realtà né nella fiction.
Luca Bianchini, durante la serata, è stato sempre molto ironico pur raccontando la realtà e proprio queste due caratteristiche hanno donato luce ai suoi personaggi pugliesi sempre in bilico oltre l'ironia, che spesso sfocia nella satira. Si tratta di personaggi tridimensionali, i cui sentimenti a tratti risultano più superficiali di quanto le premesse potessero far supporre. Sono dell'idea però che demitizzare i grandi amori sia, in questo periodo storico, un alto scopo che la letteratura fa bene a prefiggersi.
Il risultato è un racconto che prende il lettore in un vortice di preparativi matrimoniali, coinvolgendolo in tutte le piccole e grandi storie di cui sono protagonisti i personaggi di questo romanzo. Il tutto in un caotico (ma metodico) crescendo, che arriva al culmine di una festa nuziale che fa tanto "Il mio grosso grasso matrimonio greco" con sala ricevimento in stile New Orleans, cantanti neomelodici, trenini, 300 invitati, decine di portate e soprattutto la resa dei conti finali, che vedrà ogni nodo, a modo suo, giungere al pettine.
In definitiva, una serata piacevole quella trascorsa con lo scrittore dell'estate (così lo definiscono i critici letterari) che ha presentato un romanzo avvincente, divertente, che sa di mare e di spaghetti allo scoglio, che fa nascere la voglia di venire in Puglia, di fare baldoria e di domandarsi quali siano gli scheletri nell'armadio di ogni festa.
Maria Milano
Le notizie del giorno sul tuo smartphone
Ricevi gratuitamente ogni giorno le notizie della tua città direttamente sul tuo smartphone. Scarica Telegram e clicca qui