
Nel pomeriggio di oggi, nella chiesa di San Leopoldo, la comunità di Massafra si è riunita per dire addio a Salvatore Mazzarano.
L'ultimo saluto, segnato dal dolore dei parenti e dei tanti amici presenti, è stato permeato dal sindaco Fabrizio Quarto che ha annunciato che a breve lo stadio comunale Italia sarà intitolato alla memoria di Mazzarano, per aver portato il nome di Massafra sempre in alto nel corso della sua straordinaria carriera sportiva.
Le foto
Durante la cerimonia, don Michele Marco Quaranta ha condiviso un toccante ricordo di Mazzarano, svelando un desiderio del calciatore: quello di essere sepolto con le sue amate scarpe da calcio. Sulla bara, le maglie simbolo delle squadre che hanno segnato la carriera di Mazzarano: la rossa dell'Ancona, la blu del Fasano e quella giallorossa del Massafra.
L'omelia di don Michele Marco Quaranta è stata un elogio toccante alla vita e al contributo di Mazzarano. Il messaggio "Prima della vittoria viene il sogno" ha sottolineato il valore dello spirito combattivo e della tenacia che hanno caratterizzato la carriera del calciatore.
Don Quaranta ha anche richiamato l'attenzione sulla famiglia di Mazzarano, evidenziando il ruolo fondamentale che la stessa gioca nella vita di ogni individuo.
Ecco l'omelia di don Michele Marco Quaranta:
Ed anche oggi la morte di un giovane uomo ci raccoglie e ci ferma in preghiera dinanzi a questo altare per dare un ultimo saluto all’amico Salvatore Mazzarano, ripercorrendo - nello spazio intimo della preghiera - il tempo e le esperienze vissute con lui, facendo tesoro di quanto ha trasmesso con la sua storia, cercando insieme un modo per confortarci e continuare a credere nei grandi valori dello sport e, ancor prima, della vita.
Lo sgomento per la sua morte improvvisa, che ha toccato profondamente tutti noi, ha tuttavia restituito allo sguardo della memoria la visione di un percorso di vita sportiva eccellente, entusiasmante, coinvolgente e, soprattutto, unico nella storia massafrese.
Ancor prima dei successi e delle medaglie, Salvatore ha portato nel mondo sportivo il reale valore dell’agonismo, che attesta la tenacia di uno spirito combattivo che ha voluto ostinatamente realizzare il proprio sogno, la cui forza ed energia hanno acceso ed alimentato quella passione che ha spinto l’atleta - a discapito di immani e generosi sacrifici fatti quotidianamente - a conseguire il traguardo agognato.
Ricordiamolo sempre: prima della vittoria viene il sogno, che rende possibile il vero successo… la realizzazione piena di sé in una vita riuscita e felice, perché buona, autentica e bella.
Un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso!
Ma il sogno di Salvatore ha acceso anche quello di una città, Massafra, che con lui ha sognato ed è scesa in campo, si è emozionata ed ha emozionato l’Italia intera (e oggi il Sindaco è qui per testimoniarlo in rappresentanza di ogni cittadino).
Cari ragazzi che oggi vi stringete attorno al vostro Mister, credo che una cosa sola renda impossibile il sogno: la paura di fallire! Non consultatevi mai con le vostre paure ma chiedete sempre consiglio alla speranza; non fate leva sui timori, ma sul vostro immenso potenziale. Non fatevi irretire e frenare l’entusiasmo dall’errore commesso, ma incentivatelo pensando a ciò che è ancora possibile fare, iniziando da questo stesso momento.
La partita più bella che Salvatore ha giocato si chiama famiglia, i cui giocatori sono Lucia, Fabiana e Luigi, i suoi figli adorati, ma anche Giuseppe, Roberto, Massimo e Mariangela, i fratelli e la sorella con i quali ha condiviso ogni istante della sua vita, ma soprattutto mamma Lucia e papà Luigi con i quali ora si è riunito in un abbraccio eterno e infinto d’amore.
Ciò che Salvatore ha portato sul campo sportivo, lo aveva imparato a casa: si gioca dentro una squadra e la partita si vince soltanto restando insieme, collaborando, sostenendosi reciprocamente.
A questo proposito mi ha emozionato leggere quanto Salvatore ha scritto in un post della sua pagina Facebook nel giorno del funerale di suo padre: “Sei stato un papà meraviglioso, un uomo di straordinaria rettitudine ed onestà, un amico e compagno fedele di una vita… Ti ho amato come solo un Dio si ama…!!! Fa buon viaggio, un giorno ci riabbracceremo… Ma non ancora.
Era il 9 Marzo 2021… Mai Salvatore avrebbe pensato che quel giorno sarebbe stato oggi.
Giunti a questo punto, non ci rimane che riconoscere che come ogni sport ha le sue regole, così ogni uomo ha il suo tempo per nascere e morire, per amare e lasciarsi amare, per ricevere e per dare, per vincere e per essere sconfitto.
Gli immani sacrifici e gli estenuanti allenamenti, la cura del corpo ed una vita sana non ci preservano per sempre dalla fine.
Cari amici, sono consapevole che tutti voi presenti, iniziando dai suoi famigliari, avete ricordi meravigliosi di un incontro, di un dialogo, di un gesto, di un fatto… dell’amicizia con Salvatore; ora fatene tesoro, recitate una preghiera… Vedrete, vi darà pace nell’anima e vi porterà a guardare in fondo alla vita, per cercare una porta in cui indirizzare la palla della vostra esistenza.
Anche per questo importante e inatteso incontro tra tutti noi, come quando ci tenevi col fiato sospeso dinanzi ad uno schermo televisivo, ti diciamo: grazie Toto!
Grazie perché hai emozionato da giocatore. Grazie perché hai educato le nuove generazioni ad emozionarsi.
Hai giocato bene la grande partita della vita, ora ricevi in cielo il premio della vittoria: la vita eterna.
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