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Sessant’anni fa si inaugurava la chiesa del Sacro Cuore a Massafra

Chiesa del Sacro Chiesa del Sacro

Era il 26 ottobre 1958 e, a dieci anni esatti dalla posa della prima pietra, finalmente si inaugurò e si consacrò la nuova chiesa di Massafra, in onore del Sacro Cuore di Gesù.

«Il 26 mattina - annotò Paolo Catucci - un corteo composto da chierichetti locali, dal Seminario, da Clero della Diocesi, dal capitolo Collegiale e dai vescovi monsignor Guglielmo Motolese, Amministratore Apostolico dell’Arcidiocesi di Taranto, e monsignor Corrado Ursi, Vescovo di Nardò, si è portato dalla parrocchia del Carmine al Sacro Cuore per la consacrazione degli altari e dell’interno della chiesa. Nel pomeriggio una manifestazione quanto mai imponente si è svolta in piazza Garibaldi, gremitissima. Dopo la benedizione della statua del Sacro Cuore destinata all’altare maggiore e la riconsacrazione del popolo massafrese al Cuore di Gesù, ha pronunziato un elevato discorso il sindaco professor Nicola Lazzaro che ha riscosso calorosi applausi. Quindi il corteo, formato dalle Associazioni Cattoliche, con il bel carro trionfale. Successivamente, nel cinema teatro "Moderno", ha avuto luogo una riuscita serata con un concerto lirico-vocale cui ha partecipato Tito Schipa».

La chiesa fu costruita su un vasto suolo di circa 3 mila metri quadrati su corso Roma, donato da donna Marietta De Michele con atto del notaio Mastrobuono del maggio 1948, “per la costruzione di una grande chiesa in onore del sacro Cuore di Gesù e di locali adatti al ministero parrocchiale”, che sopperisse all’incremento della popolazione nel nuovo quartiere di Santa Caterina, con la piccola chiesa del Carmine, unico luogo religioso del borgo, sempre meno sufficiente e adeguata.

La progettazione della nuova chiesa venne affidata all’ingegnere Luigi Buttiglione che ad ottobre del 1948 consegnò gli elaborati tecnici. Il progetto prevedeva un edificio a croce latina con tre navate, da realizzare in tufo e carparo locale, in stile romanico pugliese, con pilastrature in muratura e volte di copertura a crociera. Le colonne erano previste in pietra artificiale in cemento bianco, con anima armata in ferro.Il progetto comprendeva anche un salone parrocchiale, due aule, servizi, quattro vani per la canonica e le opere parrocchiali, per una spesa iniziale prevista di 40 milioni.

La gara d’appalto, cui parteciparono varie imprese, anche forestiere, fu aggiudicata alla ditta Vito Santoro fu Cosimo, di Massafra. Nonostante le notevoli difficoltà finanziarie, grazie al contributo dei fedeli e dello Stato, don Antonio D’Erchia, parroco del Carmine e promotore della costruzione della nuova Chiesa, riuscì a portare a compimento, dopo dieci anni, l’impresa avviata.

Nulla faceva presagire, in quel lieto 26 ottobre 1958, che dopo altri dieci anni l’artistica chiesa del Sacro Cuore di Gesù sarebbe stata chiusa al culto poiché pericolante e, dopo varie perizie tecniche per valutare l’opportunità del restauro e l’entità della spesa, ne sarebbe stata decisa “con lo scoramento nei cuori” (Don Giovanni Nardelli) la demolizione.

Tratto da pubblicazioni di Fernando Ladiana

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