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Presentata la "Scuola Forense Obbligatoria"

Vincenzo Di Maggio e Paola Donvito Vincenzo Di Maggio e Paola Donvito

In tanti alla presentazione della "Scuola Forense Obbligatoria" con l’evento "Dai banchi dell’Università alla Toga", tenutosi nell'aula “Miro” della "Scuola Forense" al Tribunale di Taranto.

L’incontro è stato aperto dall’avvocato massafrese Paola Donvito, presidente "Scuola Forense Taranto", che, tra l’altro, dopo aver sottolineato che la "Scuola Forense Obbligatoria" si occupa sia della formazione dei tirocinanti, sia dell’aggiornamento professionale degli avvocati, ha evidenziato che compito di questa importante fondazione sia non solo insegnare «a saper fare bene l’avvocato, ma soprattutto a “essere Avvocato”, portando la toga non solo sulle spalle ma anche nel cuore». 

Il consiglio di amministrazione della "Fondazione Scuola Forense" di Taranto è composto dagli avvocati Paola Donvito, presidente, Eleonora Coletta, Nestore Thiery, Daniele D’Elia e Donato Antonio Muschio Schiavone.

Sono intervenuti poi portando i saluti istituzionali l’avvocato Luca Andrisani, vicepresidente del consiglio distrettuale di disciplina degli avvocati di Lecce, Brindisi e Taranto, l’avvocato Fedele Moretti, Componente dell’Assemblea dell'Organismo Congressuale Forense (OCF) e l’avvocato Donato Salinari, delegato "Cassa Forense".

L’incontro è entrato nel vivo con la relazione dell’avvocato Vincenzo Di Maggio, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Taranto, che ha tenuto una lectio magistralis sulla "Scuola Forense" la cui frequenza è divenuta obbligatoria per tutti i tirocinanti iscritti al registro dopo l' aprile del 2022.

A beneficio dei giovani che si avvicinano alla professione forense, il presidente Vincenzo Di Maggio ha, tra l’altro, citato un passaggio della sua prefazione al libro “Consigli a un Giovane Avvocato. Parole all’orecchio” di Genunzio Bentini: «La Scuola Forense deve insegnare al giovane praticante l’arte di elaborare linguaggi originali ed efficaci che sappiano dirigere e sorreggere le ragioni del proprio assistito in modo organizzato e strutturato, obbedienti a strategie metodologicamente pianificate, non riconducibili a mere operazioni di “taglia e incolla” che appiattiscono ed elevano a rango di banalità saperi e conoscenze».

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