Ad un anno esatto dall'efferato triplice omicidio di Palagiano avrebbe un nome e un volto il mandante. La sera del 17 marzo dello scorso anno, sulla statale 106 ionica, persero la vita sotto gli occhi di due minori di sei ed otto anni, Cosimo Orlando (in regime di semi libertà per omicidio), la sua compagna Carla Maria Rosaria Fornari ed il piccolo Domenico Petruzzelli di soli due anni e mezzo.
Stamane, i carabinieri della sezione anticrimine del Ros di Lecce e quelli del comando provinciale del capoluogo ionico hanno eseguito un'ordinanza in carcere per il sessantaduenne Giovanni Di Napoli, ritenuto elemento di spicco del clan Putignano (cui era appartenuto anche Cosimo Orlando) e mandante del triplice omicidio. Le indagini, a cura della Dda di Lecce, erano partite immediatamente dopo il triplice omicidio proprio per le modalità di stampo mafioso con cui era stato messo in atto.
Secondo la ricostruzione dei militari quella sera furono esplosi non meno di tredici colpi di spistola dei quali tre colpirono Cosimo Orlando, nove Carla Fornari e due il piccolo Domenico. I colpi furono esplosi da un'automobile che si era affiancata a quella delle vittime.
Le indagini subito avviate consentirono ai carabinieri di recuperare a pochi chilometri dalla scena del crimine, una pistola Beretta, un fucile semiautomatico Benelli con canne mozzate e relative munizioni e poi in una pineta, a pochi metri dalle armi, un'autovettura incendiata rubata pochi giorni prima a Taranto.
Per ricostruire la vicenda bisognerebbe tornare nel 2013 quando Cosimo Orlando, in stato di semilibertà perchè ritenuto responsabile di un duplice omicidio commesso dodici anni prima (Orlando stava infatti scontando una condanna per il duplice omicidio di Filippo Scarciello e del castellanetano Giancarlo La Cava, di 22 e 26 anni, uccisi con colpi di arma da fuoco nelle campagne di Palagianello il 4 novembre 1998. Orlando era stato condannato insieme ad un complice e aveva già scontato in carcere 13 anni. Il duplice omicidio, secondo quanto accertarono all'epoca gli investigatori, maturò per contrasti tra gruppi malavitosi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti), cominciò a manifestare atteggiamenti di ostentato risentimento e insofferenze nei confronti proprio di Giovanni Di Napoli (che avrebbe avuto una posizione apicale nel clan mafioso del quale entrambi facevano parte).
La sua compagna, Carla Maria Fornari, era invece la vedova di Domenico Petruzzelli, che nel maggio del 2011 fu ucciso insieme a Domenico Attorre in un altro agguato sempre nelle campagne di Palagiano.
Un'insofferenza sfociata anche in minacce di morte ed aggressioni fisiche a Di Napoli, l'ultima proprio la sera prima del triplice omicidio e una particolarmente plateale quando l'arrestato fu apostrofato con un "infame" (da cui ha preso nome l'operazione) per aver violato alcune essenziali regole dell'associazione a delinquere (in sostanza Di Napoli avrebbe omesso di sostenere economicamente Orlando durante la sua detenzione in carcere).
Grazie ai sistemi di videosorveglianza dell'intera Palagiano, a testimonianze ed intercettazioni ambientali, i militari hanno contestato a Di Napoli le aggravanti della premeditazione e del metodo mafioso.
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