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Servizio tributi a Castellaneta: nei guai sindaco e altre 12 persone

Gugliotti sindaco di Castellaneta Gugliotti sindaco di Castellaneta

Guai in vista per Giovanni Gugliotti ed altre 12 persone, dirigenti ed ex dirigenti del Comune di Castellaneta e dirigenti ed amministratori delle società Cerin e Tributi Service: il sostituto procuratore Remo Epifani ha contestato loro, a vario titolo, accuse di peculato, falso ed abuso d'ufficio.

Tredici persone, dicevamo, destinatari di una richiesta di rinvio a giudizio a causa dell'affidamento del servizio dei tributi alla Cerim (società alla quale poi subentrò nel 2014 la Tributi Service). Gli imputati sono come detto il sindaco ed attuale presidente della Provincia Giovanni Gugliotti, Eugenio De Carlo, Pietro Balbino, Michele Galasso, Francesca Capriulo, Giovanni Sicuro, Giuseppe Colapinto, Grazia Fiore, Francesco De Robertis, Francesco Noviello, Mario Colapinto, Giuseppe Diretto e Alessandro Cacciapuoti.

La vicenda ha assunto importanza giudiziaria in seguito ad esposti mirati confezionati nel 2016 dai consiglieri di opposizione di allora: Rocco Loreto, Michele D'Ambrosio, Leonardo Rubino, Giuseppe Rochira ed Agostino De Bellis (unico consigliere comunale ancora in carica).

Secondo l'accusa, la società di riscossione dei tributi si sarebbe impossessata di somme comunali pari a 200mila euro circa, senza che l'ente, fino al 2016 intraprendesse iniziative volte alla risoluzione del contratto per adempimenti, configurando per questo il reato di peculato.

Ma c'è dell'altro, perché il Comune avrebbe anche messo a disposizione delle due aziende, un immobile di sua proprietà, permettendo anche la fruizione dell'energia elettrica.

Peculato dicevamo, ma anche a vario titolo reato di falso (per aver indotto il Consiglio comunale ad approvare bilanci e rendicontazioni per gli esercizi finanziari 2012, 2013 e 2014, senza conoscere realmente la situazione deficitaria dell'ente) e reato di abuso d'ufficio.

Il Comune avrebbe omesso dal 2012 al 2014 i necessari adempimenti per i riconoscimenti dei debiti fuori bilancio pari a 2 milioni di euro, consentendo un vantaggio ingiusto a chi percepiva indennità di funzione e gettoni di presenza perché se la deficitaria situazione finanziaria dell'ente fosse stata palesata, i fruitori di questi benefit avrebbero subito una riduzione del 30%.

Palla ora agli avvocati e all'esame del gup di Taranto dopo opportune verifiche ed approfondimenti.


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