Rudy soldato nel film I quattro cavalieri dell'apocalisse
I venti di guerra che soffiano in Europa da quasi quattro anni hanno come esito attuale il rafforzamento dell’idea del riarmo europeo, guardando soprattutto – così ci dicono - alla connettività avanzata e alla sicurezza cibernetica associata a nuove figure di militari provenienti dalla “leva volontaria”.
Per il momento non si parla dunque di reintrodurre la leva obbligatoria, che in Italia è stata abolita soltanto nel 2005 e tutti quelli che hanno un’età superiore ai quaranta anni ricordano, ma dell’istituzione di una riserva militare ausiliare sulla base di una disponibilità volontaria, come accade quando c’è il rischio di un conflitto, secondo un comportamento che nel secolo scorso veniva considerato doveroso e morale.
Nel porre argomentazioni che, in un modo o nell’altro, afferiscono al nostro Mito, mi piace ricordare che l’adesione volontaria alle attività belliche caratterizza il comportamento di un personaggio interpretato da Rodolfo Valentino in un film che contribuì a farlo diventare un divo, regalandogli il successo internazionale. Si tratta del film muto “I quattro cavalieri dell’Apocalisse” (The Four Horsemen of the Apocalypse), del 1921, diretto da Rex Ingram, tratto dall'omonimo romanzo di Vicente Blasco Ibáñez.
Di questo complesso film, del quale si è tramandato soprattutto il lato gaudente di una famiglia benestante, ricordiamo sicuramente il giovane Julio Desnoyers prima impegnato in un apprezzato tango argentino e poi protagonista di peripezie amatorie a Parigi dove la famiglia si era trasferita. Scene che mettono in luce le sue doti di ballerino e la sua bellezza latina.
Nello svolgimento del film lo scoppio della prima guerra mondiale modifica però i precedenti comportamenti familiari che da borghesi superficiali sviluppano, attraverso la violenza della guerra, carattere e spirito nazionale. Le due figlie del ricco patriarca argentino avevano sposato uomini divisi da profonde differenze ideologiche (uno, Desnoyers, è un liberale patriottico francese e l’altro, von Hartrott, è amante del militarismo tedesco). Alla morte del patriarca entrambe le famiglie avevano deciso di tornare in Europa, ovviamente una in Francia e l’altra in Germania.
Dopo molte vicende Julio, sulla spinta della necessità morale e della propaganda, decide di partecipare e si arruola volontariamente nell’esercito della Francia che è la patria di suo padre. Lo attende una fine tragica. In trincea in prima linea, al buio e sotto una pioggia incessante, avanza carponi verso il nemico tedesco che è di fronte. Un proiettile tracciante illumina momentaneamente la scena e Julio si accorge che il soldato tedesco che ha di fronte è proprio suo cugino un attimo prima che lo scoppio di una granata uccida entrambi.
In un desolante teatro di sofferenze e perdite di vite umane alla fine sopravvivono in pochi, devastati da un senso di sgomento generale ma anche di rimorso per le scelte compiute.
Nella scena finale i genitori si aggirano affranti nell’immenso cimitero militare dove giace anche Julio. Suo padre, Marcelo, viene confortato da Tchernoff, uno strano personaggio che rappresenta la coscienza morale, il quale gli indica in cielo i quattro cavalieri. E’ arrivata la pace ma i quattro cavalieri portatori di sciagure continueranno ad operare fino a quando solo l’amore regnerà nei cieli dell’umanità.
Con l’auspicio che qualcuno raccolga questo messaggio.
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