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Tradizioni, il rosario dei Cento Requiem per i defunti

Cimitero visto dall’alto Cimitero visto dall’alto © Foto per Aria

Ogni prima domenica del mese, la confraternita del Santissimo Crocifisso recita nel cimitero di Castellaneta il rosario dei Cento Requiem per i defunti.

La recita del rosario è ormai consolidata da non pochi anni. Il rosario è vita di comunità ed incontro, nessuno resta sulla soglia, è aperto ad ogni persona che voglia condividere un’esperienza di preghiera e di comunità. Il Santissimo Crocifisso nel pieno rispetto del significato della parola confraternita, cum fraternitate, ha ripreso un’antica tradizione per condividerla e donarla alla propria comunità.

Per parteciparvi non è necessario essere credenti, in quanto le esperienze dello spirito non conoscono barriere, ma sono inclusive.

Numerose  sono le persone che vi partecipano accomunate dalla trascendenza, ciascuno è in comunione con i propri trapassati, non vi è solo ricordo, ma anche speranza che la preghiera possa favorire il passaggio delle anime purganti. Si continua, in tal modo, a partecipare alla vita dei defunti da questa dimensione. È un incontro di prospettive, l’alto incontra il basso e viceversa. La comunità si amplia al di là dell’angusto spazio-tempo in cui siamo situati. Il dono continua nel ricordo e nella recita del rosario, si perpetua nel contatto con i trapassati e, dunque, la morte non ha interrotto la relazione con chi non è più tra noi.

Plurali sono le esperienze che conducono alla crescita dello spirito, la recita dei Cento Requiem è liturgia del contatto tra i viventi e i trapassati, magnifica l’anima di coloro che lo recitano.

Recitare il rosario dei Cento Requiem è comunicazione, messa in comune, del dolore della perdita, le quali sono  rese meno grevi dalla certezza che la vita continua e con essa la condivisione empatica e spirituale. Non è esperienza di dolore, la forma mentis edonistica del tempo presente potrebbe indurre ad associare la recita del rosario al dolore, è tutt’altro in quanto vi è la speranza e, specialmente, la gioia della “cura misericordiosa” verso le persone care.

La preghiera è esperienza comunitaria, pertanto il rosario non ricorda solo le persone amate, ma è rivolto a coloro che non sono più ricordati da nessuno o che hanno terminato i loro giorni in modo improvviso. La preghiera comune assume il respiro dello spirito per abbracciare tutti.

 La recinta dei Cento Requiem è pratica popolare in disuso che la confraternita ha riattivato e su cui si dovrebbe riflettere. Vi è una pietà popolare mediata dalla sapienza liturgica e teologica che consente alle comunità di riconoscersi nella propria fede e di aprirsi al mondo. Non si può che ringraziare coloro che si impegnano per la crescita civile e dello spirito di Castellaneta.

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