
In una calda giornata di giugno, tra polemiche e consensi, la statua dell'onorevole Gabriele Semeraro ha trovato una collocazione provvisoria. Il mezzobusto in bronzo donato da Michele Casino, imprenditore di Gravina in Puglia e amico del più volte sindaco di Castellaneta, è stato posto nella cappella della famiglia Semeraro, nel cimitero cittadino.
A questo "colpo di mano" di Casino, però (frutto delle polemiche di cui parleremo più avanti), potrebbe corrispondere un'altra iniziativa. Pare, infatti, che in città qualcuno si stia organizzando per bandire una sorta di referendum sulla statua. Non è ancora chiaro se si tratti di una consultazione sulla sua opportunità o sul luogo in cui dovrebbe essere sitemata definitivamente. Il mezzo busto, come in molti sapranno, doveva essere posto in Municipio: la delibera di Giunta del 2 febbraio 2012, infatti, definì la realizzazione di due mezzibusti di altrettanti illustri sindaci distintisi in 150 anni d'Italia unita (l'altro era Mauro Perrone). Si legge nel corpo dell'atto: "[...] giusta collocazione trova la proposta dell'imprenditore Michele Casino, mirante alla realizzazione di un busto bronzeo commemorativo dell'onorevole Gabriele Semeraro[...]".
Dal 2012 ad oggi le cose sono cambiate e a Italo D'Alessandro, sindaco dell'epoca, è succeduto Giovanni Gugliotti, che nulla ha in contrario alla sistemazione del mezzobusto in Municipio. Afferma, infatti, che «in data 27 maggio, ho sollecitato io stesso il presidente del Consiglio comunale a convocare una conferenza di capigruppo per capire cosa si preferisse fra la collocazione della statua nel corridoio comunale o nella sala consiliare, tra l'altro già dedicata all'onorevole».
Il primo cittadino ha tenuto a precisare che aveva messo in stand by la vicenda, anche perché i familiari delle vittime del crollo di viale Verdi (Semeraro fu condannato per omicidio colposo) hanno più volte espresso il loro disappunto sull'installazione del busto in Comune. Gugliotti, che da sempre si è definito "il sindaco di tutti", per questo motivo ha cercato un compromesso, evitando di scontentare chiunque. Anche perché, come affermava lo scrittore israeliano Amos Oz "la parola compromesso è vita".
La famiglia Semeraro e Michele Casino, però, presi da quella eccitantissima perversione di vita ovvero da quella necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe, hanno optato per una sistemazione non definitiva della statua.
Speriamo solo che l'onorevole Semeraro non si stia rivoltando troppo nella sua tomba.
Maria Milano
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