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Dalla Gaudella a Montecitorio: la battaglia di Francesco Tracquilio

Tracquilio con Buttiglione (UDC) Tracquilio con Buttiglione (UDC)

Francesco Tracquilio ha fatto della disintermediazione un vero e proprio vessillo.

Agricoltore di contrada Gaudella, tra le più laboriose dell’agro, con alle spalle un tentativo di elezione al consiglio comunale, ha deciso di recarsi motu proprio a Roma per portare i problemi del comparto al cospetto della politica. Lo ha fatto senza il conforto di sigle di categoria, delle quali dice di non fidarsi, senza raccomandazioni e contando solo sul suo spirito d’iniziativa.

Insomma, questo intraprendente imprenditore ha fatto davvero tutto da solo, scrivendo ai rappresentanti dell’intero arco costituzionale della situazione dei campi, delle difficoltà relative al reddito, della filiera che strozza i produttori, dei problemi dei “cugini” allevatori. Un dossier di 13 punti, che forse avranno letto tutti, ma al quale ha risposto solo Gianfranco Rotondi, leader della Nuova Democrazia Cristiana, che ha ricevuto Tracquilio a Montecitorio venerdì scorso.

Si celebravano i 100 anni del Partito Popolare di don Luigi Sturzo e Tracquilio ha interpretato alla lettera la figura del “libero e forte” cui si appellò il sacerdote nel 1919. Nelle mani di Rotondi, quindi, ha consegnato le istanze di un settore troppo sofferente: «Vivo di agricoltura – ha spiegato – e so perfettamente di cosa parlo. Basti pensare che quest’anno, invece di vendere 1000 quintali di pregiata uva da tavola a 0,7 euro al chilo, ho dovuto venderla a 7 centesimi in cantina…». Così come per gli agrumi, che nella periferia di Roma costano a 3 euro al chilo, «l’ho visto con i miei occhi», mentre i produttori in provincia di Taranto hanno gli alberi ancora carichi.

La crisi, insomma, per Tracquilio non è produttiva, ma di sistema. Secondo lui, gli agricoltori dovrebbero vendere direttamente, dovrebbero essere maggiormente uniti, «perché la nostra, così, è solo una strage silenziosa». Dice di non fidarsi delle associazioni di categoria perché «loro dicono oggi al governo quel che io dicevo loro 20 anni fa, senza essere ascoltato».

Meglio fare da soli, insomma, senza mediazioni nemmeno nel rapporto con la politica o con chi potrebbe avere curiosità per le sue posizioni. Tra un’aratura e l’altra, infatti, Tracquilio ha aperto anche un blog e vuole portare in fondo questa battaglia che non è certamente personale e che ha già trovato qualche “soldato”. «Ho strappato a Rotondi la promessa di venire a Castellaneta. Non voglio peccare di presunzione – ha concluso –, non so se mi hanno ascoltato perché incombono le europee o perché hanno riconosciuto la bontà della mia posizione. So solo che era necessario farlo».

Coraggio e intraprendenza, insomma, non sono stati traditi. Certo, la Nuova Democrazia Cristiana non governa, e chissà se lo farà mai, ma da qualche parte Tracquilio doveva pur cominciare!

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