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Pediatria e Punto Nascita a Castellaneta: ecco cosa è successo

L’ospedale “San Pio” di Castellaneta L’ospedale “San Pio” di Castellaneta

Tecnicamente si tratta di una centralizzazione dei ricoveri, praticamente è un blocco delle attività del reparti di Pediatria e del punto nascita.

L’ospedale “San Pio” di Castellaneta, quindi, subisce la seconda botta dopo il piano varato dall’Asl ionica per affrontare il periodo estivo e consentire al personale medico di poter fruire delle ferie. La decisione, presa ieri a valle di una riunione tra il direttore generale Stefano Rossi e il direttore sanitario Gregorio Colacicco, ha nelle parole del manager una ragione inequivocabile: «La sicurezza viene prima di tutto, se non possiamo garantirla fino in fondo siamo costretti a rivedere l’organizzazione dei reparti».

Una garanzia impossibile che con un solo pediatra disponibile, questa l’indiscrezione, dopo la sequela di malattie e le ferie. Un evento, in particolare, pare aver fatto precipitare gli eventi: la morte di un neonato durante un parto nella notte tra giovedì e venerdì. Una disgrazia slegata dalla condizione operativa dell’ospedale (tant’è che non si registrano iniziative da parte dei familiari), ma che avrebbe colpito particolarmente la neonatologa che stava prestando assistenza, provocandone il collasso e la conseguente richiesta di congedo temporaneo per malattia.

Con un altro pediatra nella stessa condizione, quindi, l’unico rimasto non avrebbe potuto garantire la turnazione. Peraltro nelle corsie si vocifera già di turni massacranti, mirati a garantire un minimo standard di assistenza, ma queste coincidenze hanno spinto la direzione generale a optare per una soluzione drastica.

Il direttore Rossi, peraltro, ha voluto precisare che non si tratta assolutamente di una precisa volontà dell’azienda, ossia che non vi è alcuna intenzione di depauperare i territori. Lunedì prossimo ci sarà un’altra riunione per fare il punto della situazione, probabilmente mirata a scovare alternative alla centralizzazione che peserà completamente sull’ospedale “SS. Annunziata” di Taranto. Secondo quanto sostenuto da Rossi, infatti, i reparti castellanetani non sono chiusi, le attività ambulatoriali e di consulenza sono ancora in piedi, le uniche difficoltà sarebbero legate alle turnazioni.

Per superarle, la strada è quella di reperire altri dirigenti medici. Che poi è il nodo della gestione dell’intera sanità nazionale, non essendoci medici sufficienti a coprire le prestazioni. Qualcuno, tuttavia, rileva come l’ospedale castellanetano abbia uno scarso appeal anche per i medici, che chiamati alla scelta optano sempre per altri nosocomi.

In tal senso non si registrano ulteriori iniziative da parte della politica, almeno di valore pubblico, rimasta alla fase di rivendicazione pre estiva senza che fosse data sostanza a quelle richieste di tavoli tecnici per affrontare contingenza e futuro. Allo stato attuale, infatti, la centralizzazione dei ricoveri priverebbe Castellaneta di quei numeri necessari per rimpolpare la statistica che tiene in piedi i reparti secondo il piano di riordino, e che già un paio di mesi fa non faceva sperare per nulla di buono.

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