news ed eventi CIA

Settimana Santa: stop ai riti nell'intera Diocesi

La statua di Gesù Morto del sabato Santo a Mottola La statua di Gesù Morto del sabato Santo a Mottola

Non vedremo sfilare i nostri simulacri, i nostri penitenti, le candele e le lacrime degli incappucciati che anticipano la resurrezione. È arrivata poche ore fa una notizia che, sebbene fosse nell'aria da tempo, porta inevitabilmente un carico di malinconia. Proprio ieri, lunedì 30 marzo, il vescovo di Castellaneta Claudio Maniago ha disposto l'annullamento di tutte le processioni e le iniziative religiose che, normalmente, sono il cuore espanso della nostra terra in tempo di quaresima.

Com'è noto, l'emergenza coronavirus ha messo a rischio anche i tradizionali riti della Settimana Santa, e in accordo con le indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana, si è resa necessaria, con fondate ragioni, la sospensione di ogni processione e, di conseguenza, di ogni strada affollata di gente che, ogni anno da diversi secoli, si ricongiunge puntualmente con le radici più dure della nostra storia. Dalle "paranze" di Mottola ai Misteri di Castellaneta, dal "Bordone" di Massafra al "Coro delle pie donne" di Ginosa.

Dunque, una tradizione secolare che lascia il passo al Covid-19. Lo stop è un atto dovuto che non si vedeva dal secondo conflitto mondiale. Inoltre, continuerà l’impossibilità a partecipare di persona alle celebrazioni, così come ribadito dal decreto della Congregazione per il Culto Divino che stabilisce che siano “riti senza concorso di popolo”. Tuttavia, il vescovo Maniago ha assicurato che ci saranno delle celebrazioni online, ovviamente in orari diversi da quelli scelti dal Papa, e che le chiese resteranno aperte per la preghiera personale, preferibilmente al mattino, "per alleviare il disagio di queste misure restrittive".

«Nonostante il dispiacere che tutti portiamo nel cuore quest'anno - scrive il vescovo -, vi chiedo di accettare queste limitazioni eccezionali con spirito di fede, da cristiani adulti e consapevoli della gravità di questo momento».

Ma c'è qualcosa che carica questo periodo di un significato molto intimo, ed è l'ansia di chi, tra migliaia di appassionati e confratelli, non riuscirà in nessun modo a colmare il vuoto lasciato dai riti. Tra loro c'è Vito Greco, priore della confraternita del Carmine di Mottola e, prima ancora, confratello appassionato di storia e riti della Settimana Santa: «Non riusciamo a immaginare - racconta - le nostre città senza i Misteri o il suono delle marce funebri. Adesso, ricomincia un’attesa che dura il doppio di un anno. La prossima Settimana Santa sarà più intensa e certamente più bella, ma il nostro territorio, ahimè, perde il suo momento identificativo».

«Condividiamo le esigenze che ci portano a ciò, e siamo sicuri che esse siano essenziali per uscire fuori da questa grave situazione. - è il commento di Marco Gubitosa, priore della confraternita dell'Addolorata di Castellaneta e presidente della Consulta diocesana per le Confraternite - Quest’anno ci attende una Settimana Santa diversa dal solito, non potremo piangere tra i banchi e sotto i nostri cappucci; ma noi saremo lì con il cuore, parteciperemo alla passione, morte e resurrezione del Signore nelle nostre chiese domestiche e nell’intimità del nostro cuore».

Per sommi capi, purtroppo, i riti non ci saranno, ma li aspetteremo il prossimo anno, con lo stupore infantile che avvolge qualcosa che si ritrova, una volta che la si credeva perduta.

Andrea Carbotti

Le notizie del giorno sul tuo smartphone
Ricevi gratuitamente ogni giorno le notizie della tua città direttamente sul tuo smartphone. Scarica Telegram e clicca qui

La Redazione - lun 8 aprile

Vittoria doveva essere e vittoria è stata: il Ginosa piega di misura al “Miani” ...

La Redazione - mer 10 aprile

Un improvviso attraversamento di un grosso cinghiale stamattina ha provocato un pericoloso ...

La Redazione - mer 10 aprile

Si chiama “Come un quadro vivente!” e si svolgerà domenica 14 ...