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Tensostruttura di Castellaneta: «Una storia infinita»

Il punto esatto dei lavori Il punto esatto dei lavori

«A distanza di 3 anni dall’approvazione del primo progetto di 256.540 euro, riguardante la realizzazione di una tensostruttura da porre in dotazione al plesso scolastico Parco Valentino, dopo diverse deliberazioni della giunta comunale e determine dirigenziali, con incarichi dati a società e tecnici, ci troviamo ancora fare i conti con situazioni problematiche che allungano i tempi di realizzazione dell’opera e pongono dei seri quesiti sulla scelta dell'area sulla quale sorgerà l’impianto».

A dichiararlo sono i consiglieri comunali di opposizione del Comune di Castellaneta: Raffaele Rochira e Agostino De Bellis (Movimento 5 Stelle), Gianni Di Pippa (Partito Democratico) e Antonio D'Ambrosio (Castellaneta Rinasce).

«La zona scelta per la costruzione della tensostruttura - scrivono i consiglieri - è coperta da materiale di riporto che a valle (a est) aveva creato un versante molto ripido alto 6 metri di terra, riportata a ridosso di un complesso di abitazioni poste molto al disotto e divise da un solco molto stretto e profondo, dove si incanalano le piogge, che già in passato hanno dato problemi al muro di contenimento facendone cedere una parte».

Poi, i consiglieri ripercorrono la vicenda sin dagli inizi: «Il progetto della tensostruttura risale al 2016 quando, con la determina dirigenziale n.386 del 30 dicembre 2015 della 5^ area, quella dei Lavori Pubblici (poi ne seguiranno altre, sempre della stessa area) si decise “ la realizzazione di quest'impianto sportivo, circa la quale era stata accolta l’istanza di contributo in conto interessi a valere sui mutui agevolati dell’istituto per il Credito Sportivo, per la realizzazione di spazi o impianti sportivi scolastici.

Successivamente - spiegano i consiglieri - la giunta comunale, con la delibera n. 45 del 19 aprile 2016, rivede il progetto e la cifra complessiva da impegnare.

Per lo stesso impianto, la cifra passava da 256mila 400 euro a 660mila euro, finanziata con 552mila euro da fondi comunali e 138mila euro utilizzando la devoluzione di un vecchio mutuo, contratto con la cassa depositi e prestiti.

Furono aggiudicati i lavori (con una determina) ed approvato il progetto esecutivo (con un'altra determina).

Poi, nel maggio 2017, furono affidati i servizi tecnici di direzione dei lavori, coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione e la redazione del certificato di regolare esecuzione dei lavori per 47mila 541 euro; con lo stesso atto amministrativo furono nominati direttore dei lavori e collaudatore.

Il 10 luglio 2017 fu stipulato il contratto con la ditta e, a distanza di 2 anni dall’avvio della procedura e con un prezzo quasi triplicato, la realizzazione della tensostruttura sembravano vicini alla partenza e invece no: ci si rende conto che, nel progetto non è stato previsto il parcheggio e allora si corre ai ripari con altri due atti: una delibera con la quale si approva la realizzazione di un parcheggio ed una determina con la quale si approvano lavori supplementari per altri 40mila euro (per realizzare il parcheggio).

Finalmente, il 26 settembre 2018, a distanza di 3 anni dal primo progetto e a 2 dal secondo, la ditta vincitrice dell’appalto inizia ii lavori.

Un paio di mesi dopo, con le prime piogge autunnali, la ditta si accorge che la zona scelta per la tensostruttura presenta dei fenomeni di dilavamento e di erosione del pendio posto ad est (in sintesi, il terreno tende a scivolare a ridosso delle case della ex cooperativa Scip, un problema noto in passato.

Così, l'ingegnere Michele Colistro propone una nuova variante approvate da una delibera di giunta, con una serie di interventi di consolidamento ed un’ulteriore spesa aggiuntiva di 37mila 208 euro.

Certo non siamo dei tecnici e non possiamo ne non vogliamo esprimere un giudizio a riguardo ma, a distanza di 3 anni dall’avvio dalla prima progettazione facciamo delle considerazioni e abbiamo diversi dubbi».

Ed ora, tornando ad oggi, veniamo agli interrogativi che i consiglieri di opposizione pongono alla maggioranza: «Perché è stata scelta di un’area coperta da materiale di riporto?

Se in passato, in caso di piogge abbondanti, il terreno riportato tendeva a scivolare verso le case poste a est, danneggiandone seriamente la recinzione, non era prevedibile che aggiungendo altro terreno e appesantendolo con una struttura, questo fenomeno sarebbe aumentato?

In caso di piogge davvero importanti, i lavori di consolidamento effettuati, saranno sufficienti a garantirne la stabilità?»

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