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Pensaci, Giacomino! a Castellaneta, standing ovation per Leo Gullotta

Pensaci, Giacomino! a Castellaneta Pensaci, Giacomino! a Castellaneta

Più che cercarsi, l'autore e i personaggi stavolta si incontrano, e quando Luigi Pirandello incontra Leo Gullotta, celebre interprete del "Bagaglino", lo spettacolo è assicurato. Si è conclusa con gli applausi di tutto il pubblico in sala, in occasione della prima al "Teatro Valentino", la commedia "Pensaci, Giacomino!" di Luigi Pirandello, per la regia di Fabio Grossi.

La pièce, rappresentata per la prima volta nel 1917, ha aperto - ieri sera - la rassegna "Il teatro di tutti" che, dopo cinque anni di pausa, riporterà teatro, danza e letteratura al "Valentino". Infatti, si alterneranno sul palco, fino a maggio, artisti e musicisti chiamati a interpretare (con il coordinamento del Teatro Pubblico Pugliese) nuovi allestimenti e grandi classici. Protagonista sarà Castellaneta, ma anche i paesi limitrofi, che hanno accolto con un "sold out" il ritorno dell'amato teatro.

Ieri sera, volti enormi e colorati, per tutto lo spettacolo, ci hanno osservato con muto e strisciante sarcasmo: sono quelli dei "benpensanti", forse uno specchio dove potersi riconoscere. Una presenza ingombrante ma, allo stesso tempo, così significativa: le voci della provincia siciliana, dopo Leo Gullotta, perfetto nella parte del professor Toti, sono protagoniste di questa storia che, a discapito dei cent’anni e passa d’età (fu scritta nel 1915), si impone ancora per attualità ed energia.

“Pensaci, Giacomino!” racconta di Lilina (Federica Bern), "figliuola del bidello del liceo" che, rimasta incinta del fidanzato Giacomino (Marco Guglielmi), sposa Agostino Toti (Leo Gullotta), un insegnante settantenne che, per beneficiare una povera giovane e per consumare la sua vendetta contro lo Stato (colpevole di averlo sottopagato), le assicurerà, dal momento della sua morte, la propria pensione. Ma Toti è "filosofo", e sa che tutto ciò non può bastare a una moglie giovane e bella, dunque riesce a imporre ai fidanzati una sorta di "ménage a trois", che incontrerà feroci critiche della società civile, anche a discapito della creatura che nel frattempo è venuta al mondo.

Il finale implicito di questo dramma civile è tra i più "pirandelliani": Giacomino prenderà coscienza del suo essere uomo e padre e, tra i pianti del neonato e la gioia di Toti in sottofondo, incurante della società bigotta che ride e che, in questo caso, lo osserva a dal palcoscenico, andrà a vivere col figlio e con la giovane madre.

Un atto unico di vero spettacolo al quale hanno assistito anche cinquanta giovani alunni, scelti tra i più meritevoli delle scuole secondarie "Surico" e "Giovinazzi" e degli istituti "Flacco" e "Perrone" di Castellaneta, con dei biglietti concessi gratuitamente dall'Amministrazione comunale. Senz'altro una buona prassi per favorire la fruizione del teatro anche alle giovanissime generazioni.

Uno spettacolo dissacrante che, almeno per un'ora e mezza, con la sua carica eversiva ha cercato di levarci di dosso i nostri immortali pregiudizi sociali. Un messaggio che, spesso, risulta difficile da cogliere e sconfessare ma che, con "Pensaci, Giacomino!", è più che mai attuale e contemporaneo.

Andrea Carbotti

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