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CastStory: la Casa della Misericordia

CastStory: la Casa della Misericordia CastStory: la Casa della Misericordia | © n.c.

Oggi si chiama "Casa della Misericordia". Quella costruzione bassa in via Taranto, stretta fra la strada statale e la Gravina Grande, di fronte al distributore di carburante.

Doveva essere un oratorio, almeno nelle intenzioni di chi l’ha voluta, l’allora parroco di san Domenico don Cesare Buovino insieme al vescovo di allora monsignor Francesco Potenza.

Il 26 aprile 1953 fu posta la prima pietra e nel 1955 era completata la prima ala. Un progetto maestoso, impegnativo, per il quale ci vollero tanti sacrifici ma che determinò anche tante incomprensioni e critiche. E funzionò poco anche come casa di riposo anziani, presto abbandonata al suo destino.

Oggi, dopo decenni di abbandono, è diventato il luogo concreto della solidarietà.

Da un’idea fortemente perseguita dal nostro vescovo monsignor Claudio Maniago sin dai primi giorni del suo insediamento. Destinando proventi personali, frutto dell’ammirazione e della stima della comunità di Firenze. Per lasciare un segno forte, di tangibile vicinanza ai poveri, ai bisognosi.

Il primo successo ha incoraggiato e favorito un nuovo entusiasmo a continuare, a migliorare. Con i successivi fondi CEI dell’otto per mille i lavori sono stati completati e presto l’offerta verrà ampliata: non solo il pasto a pranzo ma anche il servizio cena, docce e lavanderia. E ancora saranno aggiunti servizi per l’emergenza abitativa e un centro di aggregazione giovanile.

In una struttura nuova, moderna e decorosa, è finalmente risolta l’accoglienza insieme all’emergenza più pressante che è quella alimentare: un pasto caldo completo per circa trenta richiedenti (al momento). L’attività è coordinata dalla fondazione “Il Samaritano” di Castellaneta ma si regge sulla forza del volontariato. Un contributo essenziale, indispensabile che si realizza sia in termini economici, con donazioni di ogni tipo, che in termini di disponibilità umana. Cioè di persone, associazioni, confraternite, gruppi scout e parrocchie. I volontari sono tanti ma non bastano mai perché è necessario coprire tutti i turni, tutti i giorni, per il servizio mensa e per l’accoglienza.

Un lungimirante progetto di uscita dal bisogno di cui la cittadinanza sentiva la necessità, ben ripagato dalla solidarietà della comunità tutta. In ogni caso cercansi volontari.

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