
Continua la querelle relativa alla nota dei sindacalisti (Cgil e Cisa-Fiadel) del Comune di Mottola, che ieri hanno denunciato "l'assoluta incapacità gestionale" di amministratori e dirigenti nel far fronte all'emergenza sanitaria in corso, oltre a una serie di problematiche riguardanti l'erogazione dei servizi alla comunità.
Dopo la replica dell'assessore Francesco Agrusti, stavolta è il turno dei responsabili di settore, accusati di aver aumentato le proprie indennità proprio nei giorni scorsi, "in un momento in cui alla popolazione verranno richiesti sforzi enormi per affrontare la crisi post-emergenziale". In una nota, diffusa ieri in serata, i dirigenti hanno fornito "una diversa e più corretta" ricostruzione dei fatti: «Restiamo basiti nel leggere un documento infondato e tendenzioso, ammantato da logiche pseudo sindacali, scritto da una sparuta rappresentanza aziendale di cui si fa fatica a comprendere le recondite motivazioni».
Infatti, secondo i responsabili, non sussisterebbe la contestazione sulla regolare applicazione delle leggi e dei contratti, in quanto si tratterebbe di normative poste in essere prima ancora che fosse dichiarato lo stato d'emergenza.
I firmatari, la dottoressa Maria D'Onghia (Affari Generali), la dottoressa Giuseppina Santoro (Servizi Sociali), la dottoressa Domenica Latorrata (Ufficio Tributi), l'ingegnere Giuseppe Di Bonaventura (Lavori Pubblici e Ambiente), l'architetto Claudio Certini (Urbanistica) e il commissario superiore Vito Caramia (Polizia Locale), riferiscono che, come da protocollo, anche l'Amministrazione comunale ha adottato la forma dello "smart working".
«In questo contesto - affermano -, tutti i settori hanno predisposto dei piani di lavoro tali da limitare al minimo la presenza in sede delle risorse umane. Dunque, è stata programmata la fruizione delle ferie già maturate e non godute, le quali per legge devono essere consumate entro il primo semestre dell'anno successivo. Non è stato messo in atto nessun altro utilizzo di strumenti straordinari o penalizzanti per i dipendenti».
Dicendosi offesi da comportamenti lesivi, che offuscano l’immagine della Pubblica Amministrazione e dell’istituzione, hanno precisato che, ad oggi, tutti i responsabili sono impegnati duramente nell'esercizio delle proprie funzioni, anche a rischio della propria incolumità, come il corpo di Polizia Locale, che opera costantemente sul campo.
«Riteniamo che stare a casa, in questo momento, non è un premio ai fannulloni o furbetti. È il modo per evitare che il virus, che non ha gambe, utilizzi noi come involucri per proliferare e contagiare».
Andrea Carbotti
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