
La storia e la letteratura sono luoghi di incontri.
L'esperienza che ho fatto con queste due discipline mi conduce a descriverle come giardini straordinari, fioriti e profumati tutto l'anno, introvabili su terra, paragonabili a sterminati spazi i cui confini toccano il cielo da tutte le parti, nei quali si incrociano una infinità di viottoli percorribili esclusivamente a piedi e a passi lenti, in cui deambulano incessantemente tantissimi personaggi togati, tutti più o meno della stessa età e della stessa statura, che al posto delle labbra hanno un foglio bianco rettangolare sul quale scorrono le loro parole.
Nel corso delle mie frequenti passeggiate in quei viottoli, ho avuto la fortuna di incontrare molti di quei personaggi. Ma è di uno di essi che ti voglio parlare, caro lettore, perché una decina di anni fa mi diede delle informazioni molto importanti su quella gloriosa pagina della storia di Castellaneta che commemoriamo oggi 23 febbraio e che chiamiamo: il Sacco.
Il suo nome è Jean d'Auton (1466-1527), monaco francese noto anche con l'appellativo di Abate d'Angles. Fu lo storiografo ufficiale del re Luigi XII, e da dieci anni un vico di Castellaneta porta il suo nome nel centro storico, dalle parti di vico III Sacco.
Quell'incontro non fu fortuito, perché lo cercavo bramosamente.
Quando seppe che ero di Castellaneta, ebbe un soprassalto. Si levò di botto e mi diede a leggere tutto ciò che alcuni giorni dopo il 23 febbraio 1503 si era fatto raccontare dai castellanetani che era appositamente venuto a interrogare.
Quella lettura durò più di milleduecento ore d'affilato e non posso dilungarmi sui dettagli, ma permettimi di riassumerti l'essenziale in solo tredici parole affinché esse si impregnino nella tua memoria per sempre: il 23 febbraio 1503 Castellaneta scrisse la più gloriosa pagina della sua storia.
Il resto di quello che seppi da Jean d'Auton interessa principalmente gli studiosi, i quali vanno a leggere i suoi libri alla biblioteca diocesana di Castellaneta.
Oggi, data anniversaria, commemorando quei gloriosi fatti commemoriamo anche Jean d'Auton per aver scritto due interi capitoli su quei fatti, descrivendoli così come gli furono raccontati a quel momento dai loro artefici.
Con le sue testimonianze, Jean d'Auton sconvolge la vecchia cronologia degli storici di Castellaneta e balza al primo posto davanti a Francesco Guicciardini, Paolo Giovio, Mambrino Roseo, Bonaventura Lama, Simonde de Sismondi, A. L. Delaroche, Giacomo Arditi, Mauro Perrone, Luigi Giuseppe De simone, Cosimo De Giorgi, Arcangelo Valente e Enrico Mastrobuono, tutti autori che hanno parlato del Sacco, ma tutti posteriori a Jean d'Auton.
Questo sconvolgimento cronologico della lista degli storici di Castellaneta non è ancora chiaro nelle coscienze di tutti i nostri concittadini. Alcuni continuano a parlare del Sacco così come era approssimativamente conosciuto fino a dieci anni fa. Costoro si sbagliano, perché mostrano di ignorare i numerosi apporti sull'argomento, fra cui tre importanti opere specificatamente consacrate al Sacco, oltre che una moltitudine di articoli pubblicati su questa testata nel corso di questi ultimi 10 anni.
Se tu, caro lettore, vuoi vederci chiaro in questa faccenda, ti invito a fissare un appuntamento con il responsabile della biblioteca diocesana di Castellaneta (telefono: 099 84 41 421) per andarvi a leggere le Chroniques de Louis XII di Jean d'Auton (versione stampata dei suoi manoscritti del 1503). L'opera è composta da quattro tomi. Leggi i capitoli XXXI e XXXII che si trovano verso la metà del 3° tomo, e poi l'altro importantissimo capitolo 1° situato nelle ultime pagine del 4° tomo, giusto alla fine dell'opera, nel quale leggerai che i responsabili di quei luttuosi fatti furono i tesorieri del re incaricati di gestire le spese della spedizione, i quali anziché mandare il denaro alle truppe che stanziavano a Castellaneta se lo spartivano fra di loro.
Luigi XII, allarmato da quella notizia, fece fare un'inchiesta, e i tesorieri che confessarono le loro colpe furono impiccati in piazza di Blois l'anno successivo.
Le testimonianze di Jean d'Auton, pur scoperte tardivamente, ci inducono a modificare profondamente le nostre conoscenze sul Sacco, come anche i nostri rapporti con questo evento.
In caso di difficoltà nella lettura di quei testi, puoi contare su di me per un aiuto a distanza. Il mio indirizzo di posta elettronica figura nella prima pagina del 1° tomo delle Chroniques. Non esitare a scrivermi. Sono a tua disposizione.
Pietro Loglisci
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