Nel giorno che precede Ferragosto, capo d’inverno, come talvolta si denomina il giorno a lei dedicato, a Castellaneta si sono tenute due manifestazioni: la processione per l’Assunta e la notte a colori.
(Riprese e montaggio a cura di Silvio Trisolini).
Il sacro e il profano sono andati in scena nello stesso tempo. La coincidenza svela, comunque, che una comunità è viva se in essa sono espressi più poli vitali contemporaneamente.
Ogni omologazione è una forma di negazione della natura umana, pertanto la coincidenza non è nel segno dell’opposizione, ma esprime la tensione tra due nuclei, l’uno non ha senso e significato senza l’altro.
Nella notte che precede l’Assunzione della Vergine Maria, nella Cattedrale intitolata all’Assunta (non a caso il soffitto ligneo riporta l’Assunta in gloria) si è concluso il triduo mariano.
Alla fine della cerimonia don Mauro Ranaldi si è fatto portavoce dei fedeli, ha salutato don Giuseppe Ciaurro, il quale dopo l’esperienza nella parrocchia di San Domenico è stato trasferito a Massafra, nella parrocchia di San Lorenzo.
Le parole di apprezzamento di don Mauro sono le parole di tutti i fedeli: don Giuseppe Ciaurro porterà con sé l’esperienza castellanetana, sarà parte del suo patrimonio umano e di fede.
Ci sono legami che la distanza spaziale non può spezzare. A cerimonia conclusa, quasi all’imbrunire, l’Assunta ha lasciato la Cattedrale cinta affettuosamente dalla famiglia dei fedeli, una comunità in cammino che al suono di preghiere e canti in suo onore l’ha accompagnata alla chiesa dell’Assunta.
Le fiaccole dei fedeli hanno illuminato il cammino. I confratelli si sono avvicendati nel trasporto della statua, la fatica condivisa è segno di fratellanza e devozione.
All’Assunta i fedeli hanno consegnato la protezione dell’intera città. In questa affidamento dell’intera città i due poli si sono riconciliati in una sintesi fraterna e le distanze tra il sacro e il profano si sono ridotte fino a scomparire.
In questa invocazione alla fratellanza e nel riconoscersi figli in cammino della Madre è un’intera comunità a ritrovarsi.
La discesa dalla Cattedrale all’Assunta è il segno del sacro che non vive in un cielo distante e irraggiungibile, ma entra nello spazio finito e nel quotidiano per elevarlo verso le altezze celesti, il manto azzurro della Madonna è sceso tra i fedeli e ha ricoperto l’intera comunità con la speranza di un presente in cui le dissonanze relazionali possano tradursi in altro con il suo materno ausilio.
Dinnanzi al sagrato, ormai buio, la statua è stata deposta, e vi è stato un breve ed intenso momento di raccoglimento meditato.
Chi ha vissuto questa esperienza con intensità non potrà che portarla nel proprio quotidiano. Il senso di una processione è il cammino nella propria interiorità in cui riscoprire luci e pensieri che conducono verso altre dimensioni del vivere.
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