
Mollo tutto e vado a vivere su un’isola. Lo abbiamo pensato tutti almeno una volta nella vita. Daniele Lavarra lo ha fatto per davvero. Ma non temete: sarà di ritorno tra una manciata di giorni.
Il 46enne di Castellaneta, consulente di comunicazione tra i fondatori della nostra redazione, si trova dal 17 agosto al sole di Capo Verde impegnato nel progetto europeo “Life Turtlenest”.
Non si tratta, insomma, di una comune fuga dalla frenesia dei tempi e dalle assurdità della tecnologia. Coordinato da Legambiente, il progetto cui Daniele partecipa è finalizzato al miglioramento della conservazione della tartaruga marina comune attraverso attività di monitoraggio, messa in sicurezza dei nidi e ricerca scientifica. Per essere precisi, il nostro amico è stato accolto nel Bios Camp dell’isola di Boa Vista, dove segue un training camp proprio nella riserva nazionale delle tartarughe.
«Sembra di stare in una puntata di Super Quark» ha raccontato nel suo diario di bordo, disponibile quasi ogni giorno sulle pagine social di Legambiente Puglia. È stata, infatti, l’associazione ambientalista a rendere possibile il sogno dell’iscritto alla sezione “Mare e Gravine” di Castellaneta, il cui ritorno a casa è previsto per sabato 31 agosto.
Chissà quante storie avrà da raccontare. Di sveglie alle prime luci del mattino e di spiagge incontaminate. Di pingui tartarughe che depongono uova e di granchi che ne vorrebbero fare un solo boccone:«si stima che il 60% delle uova o delle tartarughine appena nate sia predato da questi granchi che pullulano la spiaggia» ha scritto lunedì 19 agosto.
E poi le onde alte e schiumose dell’oceano. Un’occasione, immaginiamo, anche per staccare la spina, nonostante a quelle latitudini il lavoro non manchi. Ecco, ad esempio, il suo racconto datato 20 agosto: «questa notte, nel nostro tratto di soli 200 metri, abbiamo visto circa 70 tartarughe, di cui 19 controllate. Abbiamo anche traslocato 7 nidi presso il vivaio, che è una struttura che serve per dare aiuto e per fini di ricerca».
Sulla chiara e sabbiosa battigia, Daniele osserva dei turni, anche notturni, e per ovvie ragioni usa il cellulare per pochissimo tempo al giorno, a spizzichi e bocconi. Fino ad ora, oltre alle meravigliose Caretta Caretta, è intervenuto anche per salvare dei delfini spiaggiati. Ad accompagnarlo fin laggiù ci sono altri volontari da altrettante parti d’Italia e d’Europa, oltre a una quota di operai capoverdiani del Bios Camp, che certamente gli infonderanno conoscenze e competenze da poter mettere in pratica, in futuro, anche sulla costa ionica.
È proprio il caso di dirlo: un piccolo passo per l’ambiente, un grande passo per un uomo che ce l’ha nel cuore.
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