
Con una solenne celebrazione nel Duomo di Massafra, seguita dalla processione per le vie cittadine, si è conclusa ieri sera la festa patronale di San Michele Arcangelo, che ha visto la partecipazione di centinaia di fedeli, delle istituzioni civili e militari e della sindaca Giancarla Zaccaro. A presiedere la liturgia è stato il vescovo della diocesi di Castellaneta, Sabino Iannuzzi, che ha guidato la comunità non solo nella preghiera ma anche in un momento di riflessione sulle sfide del nostro tempo.
Nell’omelia, monsignore Iannuzzi ha richiamato l’attenzione sulle ferite del presente: guerre, ingiustizie e povertà crescenti. Il pensiero è andato alle popolazioni dell’Ucraina e di Gaza, e soprattutto ai bambini che pagano il prezzo più alto della violenza. «La forza del male è ancora potente ma non ha l’ultima parola» ha sottolineato il vescovo, invitando a non restare indifferenti e a impegnarsi per la pace.
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Come da tradizione, la sindaca Zaccaro ha offerto l’olio per la lampada votiva del Santissimo Sacramento, gesto che rinnova il legame tra la città e il suo patrono e che ribadisce la continuità tra vita civile e fede religiosa.
La processione con il simulacro di San Michele, che ha attraversato il centro storico, è stata il momento più partecipato. Strade gremite, canti e preghiere hanno accompagnato il cammino, creando un’atmosfera di raccoglimento e festa. Le luminarie e i tradizionali allestimenti hanno dato alla città una veste di devozione collettiva e di comunità viva.
La Deputazione feste patronali, guidata da don Giuseppe Ciaurro e Antonello Piccolo, ha diffuso una nota di ringraziamento in cui si sottolinea come la festa sia stata ancora una volta un segno tangibile di unità. «Massafra ha dimostrato che la comunità cresce quando sceglie di unirsi e condividere» si legge nel messaggio, che cita anche il contributo di volontari, operatori economici, forze dell’ordine e cittadini che hanno reso possibile l’organizzazione dei tre giorni di celebrazioni.
La festa patronale non è stata soltanto un evento religioso, ma anche sociale e culturale. Accanto alla liturgia, il programma ha incluso concerti, spettacoli, bancarelle e giostre, che hanno animato le strade e riportato in città famiglie e giovani. Un intreccio di devozione e convivialità che ha restituito a Massafra la dimensione di casa comune.
Particolarmente sentito è stato il richiamo del vescovo alla costruzione di una pace che sia, come ha ricordato citando papa Francesco, «disarmata e disarmante». «Ogni gesto di ascolto, ogni piccolo saluto, ogni aiuto concreto è un seme di pace» ha detto Iannuzzi, invitando la comunità a diventare seme buono di fraternità e amore.
In un tempo attraversato da conflitti e divisioni, la festa di San Michele ha offerto a Massafra l’occasione di rinnovare la propria devozione e di riaffermare valori di unità, speranza e impegno comune. La processione si è conclusa con la benedizione finale, mentre i fedeli hanno invocato l’Arcangelo perché custodisca la città e guidi i suoi abitanti.
La memoria di questi giorni, come ha ricordato la Deputazione, non deve restare solo un ricordo effimero ma diventare una traccia viva nelle scuole, nelle famiglie e nei cuori di chi ha partecipato. Perché la festa patronale di San Michele Arcangelo non è soltanto una tradizione, ma un patrimonio spirituale e culturale che Massafra continua a custodire con orgoglio e devozione.
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