
L'attenzione che la stampa portò alla malattia e alla morte di Rodolfo Valentino avvenuta il 23 agosto 1926, sorprese il mondo del cinema. Tutti i quotidiani di New York portarono la notizia in prima pagina per diversi giorni. Gli spazi dedicati al suo stato di salute e al suo decesso furono superiori a quelli che fino ad allora erano stati accordati nei casi di malattia o di decesso di qualsiasi altra personalità americana.
Dietro una così grande novità, si sarebbe potuto intravvedere una manovra organizzata da un'agenzia stampa. Come pure, le vaghe informazioni rilasciate dai medici curanti e dal personale della clinica dove Valentino fu ricoverato, avrebbero potuto far sospettare che la sua malattia fosse stata inventata a scopo pubblicitario. Ma l'attenzione portata a lui già precedentemente alla sua malattia non solo a New York ma in tutta l'America, non fece che cementarsi con la sua morte, colpendo e coinvolgendo tutta la popolazione americana, perché l'attore si era fatto amare e si era annidato nei loro cuori.
Per quel che ci riguarda più da vicino, Rodolfo Valentino, divo planetario, è anche una personalità importante per Castellaneta, e il comportamento di quelle persone che hanno sfigurato la sua statua è deplorevole. Il paese è la casa di tutti i cittadini, e in casa non si commettono quelle sgarbatezze.
Ma quello scempio non è il solo fatto deplorevole. Ce n'è un altro.
Se in passato i film di Rodolfo Valentino non si potevano più proiettare in un cinema pubblico per l'incompatibilità tecnica generata dal passaggio delle pellicole al formato numerico, da diversi anni 5 dei suoi più grandi film sono stati adattati al grande schermo. Due di essi sono già stati proiettati, uno a Matera e l'altro a Genova.
Fra due anni ricorrerà il centenario della morte di Rodolfo Valentino, un centenario che con Facebook fra l'altro, sarà sottolineato in tutto il mondo.
Sarebbe deplorevole, a mio avviso, se le Istituzioni competenti di Castellaneta, la città di Rodolfo Valentino, e il cinema che a Castellaneta si vanta di portare il suo nome "Cinema Valentino" ndr) non cooperassero per fargli onore offrendo quei film alla popolazione.
Pietro Loglisci
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