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PILLOLE DI STORIA: IL 27 GENNAIO 1917 IL TERRIBILE SCONTRO FERROVIARIO DI MASSAFRA

PILLOLE DI STORIA: IL 27 GENNAIO 1917 IL TERRIBILE SCONTRO FERROVIARIO DI MASSAFRA PILLOLE DI STORIA: IL 27 GENNAIO 1917 IL TERRIBILE SCONTRO FERROVIARIO DI MASSAFRA | © n.c.

Poco dopo l’alba, nei pressi del passaggio a livello, a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Massafra, un treno merci proveniente da Taranto si scontrò, per errore di manovra, con una tradotta di soldati francesi proveniente da Bari. Alcuni vagoni di quest’ultima deragliarono, rovesciandosi sulla banchina centrale, procurando la morte di sette militari. I dieci feriti gravi, tutti francesi, furono trasportati d’urgenza all’ospedale civile Pagliari e soccorsi dai medici del posto.

Sul luogo giunsero autorità, carabinieri e una folla di cittadini, che si prodigarono nell’opera di soccorso. Alte personalità, funzionari e delegati di Pubblica Sicurezza, ufficiali e militari di truppa giunsero da Taranto. Personale della ferrovia accorse anche nei paesi vicini e si provvide, insieme a quello di Massafra, a riattivare il traffico rimasto per diverse ore bloccato. Le operazioni furono dirette dall’Ispettore ferroviario rag. Miccoli, giunto a piedi da Palagiano, e dall’ing. Perego di Gioia del Colle.

Nel pomeriggio, in Piazza Garibaldi, si svolsero i funerali. Le salme, racchiuse in semplici casse di legno, furono collocate su furgoni e coperte con bandiere francesi, per essere poi avviate verso Taranto.

Resero gli onori, oltre alle rappresentanze militari italiane di stanza a Massafra e a Taranto, il plotone armato di soldati francesi con la propria fanfara. Elogi funebri furono letti in francese dagli avvocati Giuseppe Antonio Scarano ed Eugenio Sabato di Mottola, il quale in Taranto prestava servizio di soldato richiamato. Rispose il generale francese di grado più elevato, esprimendo profonda gratitudine alle autorità e alla cittadinanza per l’opera di soccorso alle vittime. Il generale permise al direttore didattico Raffaele Grippa di raccogliere due elmetti francesi ed una fondina di pistola d’ordinanza, da conservare tra i cimeli della scuola, all’epoca nel Palazzo Giannotta.

Redazione ViviMassafra

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