
«Scriviamo questa lettera per evidenziare una spiacevole situazione che affligge e penalizza molti clienti di Poste Italiane del comune di Castellaneta.»
La delegazione cittadina dell'Unione Nazionale Consumatori si fa sentire, scrivendo ai vertici nazionali e locali di Poste Italiane, e per conoscenza all'ufficio del Prefetto di Taranto.
«Lamentiamo il fatto che, ormai da mesi, non è più possibile utilizzare il servizio Postamat (il bancomat delle Poste) della sede di via san Francesco negli orari di chiusura dell’ufficio postale, compreso il weekend ed i giorni di festa. Una situazione davvero inaccettabile che non può trovare una valida giustificazione nelle intenzioni di Poste Italiane, di prevenire assalti e rapine.
Per quanto si è coscienti che il problema della sicurezza meriti attenzione da parte di tutta la collettività e delle istituzioni - scrive la responsabile Mariantonietta Santoiemma - queste non possono passare attraverso la penalizzazione degli onesti cittadini, i quali con la chiusura dello sportello bancomat negli orari di chiusura degli uffici subiscono di fatto gravi disagi.
Ma non solo: l’interruzione del Postamat negli orari di chiusura dell’ufficio riverbera effetti negativi, com’è facile intuire, non solo durante le ore di effettiva sospensione del servizio, ma anche negli orari di apertura dell’ufficio postale. E ciò per le lunghe file che inevitabilmente si vengono a creare allo sportello e che vedono come protagonisti coloro che, proprio al fine di premunirsi (in vista dell’arrivo dell’orario di chiusura dell’ufficio, del weekend, o dei giorni di festa) dei soldi di cui necessitano per far fronte alle spese della vita quotidiana, si affannano per andare a prelevare.
Questa situazione è diventata intollerabile, anche e soprattutto perchè l’ufficio postale in questione è l’unica sede del nostro comune e quindi rappresenta per molti, soprattutto anziani, l’unico servizio di deposito e prelievo di danaro.
Infine - conclude la responsabile Unc Castellaneta - mi permetto di segnalare che un simile comportamento potrebbe addirittura configurare il reato di interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità previsto e punito dall’articolo 340 del codice penale, la cui norma è finalizzata a tutelare non solo l’effettivo funzionamento di un ufficio, ovvero di un servizio pubblico o di pubblica necessità, ma anche il suo ordinato e regolare svolgimento.
Chiediamo un celere intervento per porre rimedio a questa problematica nel più breve tempo possibile.»
Redazione ViViCastellaneta
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