Le paranze di MottolaLe paranze non si muoveranno a piedi scalzi ma indosseranno le scarpe per evitare rischi legati al Covid.
La pandemia mortifica notevolmente l'antica e sentita tradizione del giovedì santo, la più longeva nella storia centenaria della Settimana Santa di Mottola.
I confratelli del Carmine che si recano nelle chiese per la sosta e la preghiera agli altari della reposizione (i cosiddetti sepolcri), quest'anno non saranno scalzi.
Lo annuncia una circolare firmata dal priore Vito Greco, d'accordo con le autorità ecclesiastiche cittadine e diocesane, che hanno concesso di celebrare i riti salvo non siano previste ulteriori limitazioni.
Le coppie di paranze a volto coperto, dunque, indosseranno i mocassini bianchi dell'abito di rito.
Altra novità del giovedì santo, annuncia il priore, è che rispetto alla tradizione non ci sarà il pellegrinaggio verso le chiese del centro cittadino ma avverrà soltanto all'interno della stessa chiesa del Carmine.
Tutto terminerà alle 21:30 per il divieto di uscire dalle 22 alle 5, mentre in passato il pellegrinaggio del giovedì terminava ben oltre la mezzanotte con le chiese tutte aperte.
Rispetto al 2020, il programma di quest'anno contiene alcune aperture, come ad esempio le messe in Coena Domini e in Resurrectione Domini, a cui si potrà partecipare fino al raggiungimento del limite di posti disponibili.
«È importante ripartire dal rito più antico dei nostri fondatori - sottolinea Vito Greco -. In questa lunga notte riprendere dalla gente, che seppur in minima parte potrà immergersi nuovamente nella Settimana Santa. Ci mancano la strada e la banda».
Andrea Carbotti
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