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Una data da ricordare: 23 febbraio, il Sacco di Castellaneta

Jean D Jean D'Aauton presenta le sue Chroniques a Luigi XII

Jean D'auton (pronuncia: Gian Doton). Un vico porta il suo nome nel centro storico di Castellaneta, e oggi, 23 febbraio, “Giornata del centro storico” inizialmente istituita con il nome di “Giornata del 23 febbraio”, è l'occasione di metterlo all'onore perché è lui il fautore di questa fatidica “Giornata”, scritta al ferro rovente nella storia di Castellaneta.

Agli avvenimenti del Sacco, Jean D'auton consacra i capitoli 32 e 33, e poi il capitolo finale, nel 3° tomo delle sue Chroniques de Louis XII, delle quali esiste una copia presso la Biblioteca Diocesana di Castellaneta.

Non vi assistette di persona, perché in quei giorni si trovava nel barese. Ma poiché ne ebbe notizia e i fatti erano gravi, volle venire a Castellaneta per sapere come erano andate le cose, interrogando coloro che ne erano stati gli autori, e mettendo per iscritto quanto gli veniva raccontato.

Pur non essendo stato testimone “oculare” dei fatti, Jean D'auton rimane un interessante testimone “indiretto”, perché li racconta con le parole colte sulle bocche dei nostri avi castellanetani. Quando Jean D'auton dice: “come ho saputo da alcuni di loro”, si riferisce ai castellanetani che era venuto a interrogare, e su questo è impossibile avere dubbi, perché a un altro momento dice che i castellanetani, dopo aver fatto prigionieri i 50 uomini del presidio, li misero nelle mani dei soldati spagnoli, che avevano fatto entrare nel paese “attraverso la Porta dalla quale si vede Taranto di fronte”. Questa Porta “dalla quale si vede Taranto di fronte” tutti i castellanetani lo sanno: è la Porta Piccola, situata proprio sui luoghi dove avvennero i fatti del Sacco. Ma designandola in quel modo, Jean D'auton mostra indiscutibilmente la sua presenza a Castellaneta, e di trovarsi vicino alla Porta Piccola!

Mettiamo all'onore Jean D'auton, per almeno per due motivi. Il primo: per averci indicato la data esatta della cacciata del presidio francese da Castellaneta: il giovedì 23 febbraio 1503, una data che non si conosceva esattamente, e che oggi è una data storica che si commemora ogni anno.

Il secondo motivo è di aver ritenuto giustificate le azioni dei castellanetani, al punto da schierarsi dalla loro parte e prenderne la difesa. Le sue dichiarazioni indussero Luigi XII a porsi delle domande. Ragion per cui ordinò che fosse fatta un'inchiesta, e si scoprì che i tesorieri incaricati di far arrivare a Castellaneta il denaro con il quale il presidio doveva pagare il vitto e l'alloggio alla popolazione castellanetana, se lo spartivano fra di loro. Un tribunale fu aperto, e i tesorieri che confessarono la loro colpa furono impiccati sulla piazza di Bloys.

Quale più bella ricompensa, quelle impiccagioni, per i castellanetani che avevano avuto il coraggio di cacciare il presidio francese? Ma poverini... di tali impiccagioni non ebbero mai notizia. Non vissero 500 anni per venirlo a sapere e glorificarsi. Allora oggi, commemorando questa data eroica, rendiamo loro una parte degli onori che meritarono, ma che non ebbero al loro tempo.

Pietro Loglisci

Una data da non dimenticare: 23 febbraio, il Sacco di Castellaneta

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