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CastStory: Lo stemma del Comune di Castellaneta

CastStory: Lo stemma del Comune di Castellaneta CastStory: Lo stemma del Comune di Castellaneta | © n.c.

Lo stemma di un ente comunale è disciplinato da norme di legge e non affidato al libero arbitrio.

L’araldica civica prevede per tutti uno scudo sormontato da una corona e recante nella parte inferiore un ramo di alloro e uno di quercia montati a corona e sostenuti da un nastro tricolore. Nel nostro caso lo scudo reca le insegne della città ed è sormontato dalla corona di Comune (argentata) formata da una cinta di mura sormontata da merli a coda di rondine (alla ghibellina).

Da un punto di vista araldico lo stemma di Castellaneta è così definito: “d’argento, al castello di rosso, chiuso e murato di nero, merlato di cinque alla ghibellina, torricellato di tre, ogni torre merlata di tre alla ghibellina e finestrata di nero, fondato su terrazza erbosa di verde”.

Significa che su un fondo d’argento una grande torre rossa poggia su un campo erboso e termina con cinque merli a coda di rondine.(I merli sono i tratti di muro intervallati che sono in cima alle fortificazioni per dare riparo ai difensori). Sulla torre principale si ergono tre torrette ciascuna con tre merli e una finestra.

La descrizione è tratta da un documento originale conservato nell’archivio di Napoli e conforme al sigillo “di detto Comune posto in Terra d’Otranto, Distretto di Taranto, esistente negli atti preliminari per la formazione del Catasto onciario nell’anno 1736”.

Piccoli cambiamenti sono stati apportati nel tempo e tra questi il sole che dall’alto irradia. Un elemento aggiunto probabilmente dopo l’unità d’Italia.

Così è lo stemma riportato in tutti i documenti ufficiali per circa un secolo.

Una modifica importante fu, nel tempo, l’aggiunta alla base del torrione di due schiavi saraceni incatenati, simmetrici. Ci riferisce Francesco Saracino[Castellaneta dalle origini ai nostri giorni, 1989] che questa innovazione fu attuata nel 1938 per lo stemma che la Città di Castellaneta inviò alla Prefettura di Taranto per decorare la sala degli stemmi. In alto oltre al sole raggiante la scritta “Fidelissima”.

Una innovazione che successivamente apparì immotivata per cui si ritornò allo stemma semplificato.

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