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CastStory: Il cimitero di Castellaneta

CastStory: Il cimitero di Castellaneta CastStory: Il cimitero di Castellaneta | © n.c.

La realizzazione del nostro cimitero? Una “vexata quaestio” durata settanta anni.

La storia è questa: nel 1817, dopo la Restaurazione, venne emanata dal re borbone Ferdinando I una legge che imponeva a tutti i comuni del regno di dotarsi, entro il 1820, di un cimitero, non essendo più tollerabile il costume di seppellire i cadaveri nelle chiese (soprattutto per motivi igienici).

Gli amministratori nostrani (che allora si chiamavano decurioni) cominciarono a formalizzare varie ipotesi sull’area da destinarsi. Sostanzialmente tergiversarono per decenni: decidevano e poi ci ripensavano, insomma cercavano espedienti per evitare quella spesa mentre l’Intendente di Lecce (allora capoluogo) li subissava di solleciti.

Fino a quando nel 1865 qualcuno ebbe una bella idea: la costruzione del cimitero non era necessaria a Castellaneta perché si potevano utilizzare allo scopo ben quattro chiese situate nell’agro: san Francesco, san Rocco, Assunta e Mater Christi. L’idea fu formalizzata in una delibera comunale che però, essendo contro legge, venne annullata dalla Intendenza di Lecce.

Qualche anno più tardi, negli anni ’70 dell’Ottocento, si convenne seriamente di utilizzare il complesso del convento di san Francesco e i suoi giardini. Una scelta che comportava una spesa minima dal momento che il complesso era stato soppresso e la proprietà era comunale. Fu redatto il progetto dell’insieme e anche quello di una strada comoda che collegasse l’abitato al convento, futuro cimitero. Fortunatamente arrivò un definitivo parere di non idoneità da parte del Consiglio Provinciale Sanitario che ne sconsigliava l’uso a causa della presenza di numerose falde d’acqua affioranti.

Solo nel 1889, tra le sollecitazioni e le rampogne del Prefetto, venne individuato un terreno in località Torre Serena (l’attuale cimitero). E nel 1891 (sindaco Mauro Perrone) iniziò la realizzazione del cimitero con la costruzione del muro di cinta su progetto dell’ingegnere Vincenzo Fedele. Fu inaugurato formalmente nel 1892 anche se ancora non terminato, ma intanto erano cominciate le prime sepolture.

E una delle prime sepolture fu la piccola Bice Guglielmi, sorellina di Rodolfo, figlia del veterinario dottor Giovanni e di Gabrielle Barbin, morta prematuramente a 14 mesi di età il 14 agosto 1891. Giace in una tomba a tumulo in un piccolo lotto adiacente il muro di recinzione di fondo. R.I.P.

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