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CastStory: Le biciclette di Gino Calò

CastStory: Le biciclette di Gino Calò CastStory: Le biciclette di Gino Calò | © n.c.

Nel Dopoguerra la difficile ripresa economica fu portata avanti con determinazione anche a Castellaneta. Ciascuno cercò il proprio spazio di lavoro e quelli determinati da grande impegno fecero prosperare la loro attività economica.

Anche Gino Calò trovò il suo spazio lavorando con suo padre, un uomo generoso da tutti conosciuto come Mast Emanuele. Insieme gestivano un’attività di noleggio, assistenza e riparazione di cicli e motocicli in un locale all’Orto del Principe, vicino al Municipio che però allora non era stato ancora edificato. Era solo un grande spazio verde (piuttosto trascurato dicono le cronache) che si chiamava Parco della Rimembranza.

Chi aveva bisogno di un mezzo di trasporto doveva recarsi all’Orto del Principe da Mast Emanuele il quale da maestro d’ascia si era riciclato nel mondo della bicicletta. Perché allora le auto erano pochissime e il mezzo di trasporto più diffuso era la bicicletta (al massimo il motociclo per percorsi più lunghi).

Pochi ricordano che allora le biciclette, che tra l’altro avevano una piccola targa di riconoscimento, erano molto considerate da parte degli utenti perché quasi sempre erano un mezzo di lavoro. Con due punti deboli dovuti alla condizione davvero precaria delle strade: la catena che spesso si spezzava e le camere d’aria che si foravano.

La ditta Calò forniva assistenza per tenere in ordine la bicicletta e ai più esigenti era in grado di fornire persino un rudimentale pneumatico antiforatura costituito da tubo in gomma piena calettato direttamente sul cerchione. Una modifica artigianale inventata da loro che però consentiva a chi era costretto a frequentare percorsi particolarmente accidentati di non rimanere appiedato.

Lavorarono per molti anni, il padre Emanuele e il figlio Gino, all’Orto del Principe.

Poi, all’inizio degli anni ’70, decisero di fare un salto di qualità spostando l’azienda alla Sargella, in via fratelli Danisi, in due locali distinti di cui uno funzionava da officina meccanica dove si riparavano le auto (che nel tempo si diffondevano sempre più).

La ditta Calò, non trascurando però i cicli e i motocicli, assisteva gli utenti dell’automobile offrendo i servizi di meccanico, gommista ed elettrauto. Era diventata una vera risorsa per il paese e Gino Calò un punto di riferimento.

Quando l’età cominciò a farsi sentire l’azienda fu trasformata in esercizio commerciale, chiudendo l’officina. Molti ancora ricordano quel locale in via Danisi, angolo via Mazzini, pieno di articoli per la casa, giocattoli e biciclette. Perché Gino Calò era il mago della bicicletta e la bicicletta il suo grande amore. Tanto che nell’ultimo periodo preferì il ritorno alle biciclette, quelle delle grandi marche allora in voga: le vendeva ma ne curava soprattutto l’assistenza con amorevole attenzione.

Fino al 1998 quando l’attività chiuse per sempre.

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