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CastStory · il personaggio: Luigi d'Alagni, un artista d'altri tempi

CastStory · il personaggio: Luigi d CastStory · il personaggio: Luigi d'Alagni, un artista d'altri tempi | © n.c.

Forse in passato vi è capitato, visitando il Museo Valentino, di notare una grande statua di un cavaliere in arme. Si tratta di San Giorgio martire e il drago, una delle più belle opere artistiche del nostro concittadino Luigi d’Alagni, scultore statuario nato a Castellaneta il 23 marzo 1879 e deceduto a Taranto il 30 settembre 1962.

Appartenente alla nobile famiglia d’Alagni, ultimogenito di Raffaele (1809-1893) e Cherubina Francia, fratello dell’eclettico prof. Nicola d’Alagni, Luigi era un vero gentiluomo, signorile nel portamento, esempio di grande educazione e rettitudine.

Chi lo conobbe lo ricordava come un uomo serio, pensoso, riservato. Di statura piccola, con i baffetti all’Umberto e con il suo immancabile bastone di ebano, vestito quasi sempre di scuro, si incamminava solitario in passeggiate verso piazza Umberto tra il rispettoso ossequio di quanti lo conoscevano. E tra questi un altro grande castellanetano narratore di fatti locali, mons. Colafemmina, che di lui scrive ricordando che egli “appartiene a quella fitta schiera di uomini che, insigni per nobiltà di origine, per integrità di costumi, per splendore di virtù civiche e per indiscusso valore artistico, onorano il casato di appartenenza e la loro città natia”.

Luigi si applicava con fervore, nel suo studio nella casa paterna di via Giudea 37, all’arte statuaria che da giovane aveva appreso con passione alla scuola d’arte di Lecce. Una formazione che completò alla “bottega d’arte” del maestro cartapestaio leccese Giuseppe Manzo.

Nei suoi lavori si legge una grande perizia tecnica ma anche la sua profonda religiosità essendosi formato al locale seminario. E infatti tra i lavori che Luigi d’Alagni ci ha lasciato molti sono costituiti da statue terzine a soggetto religioso.

Ma il suo capolavoro è rappresentato dalla monumentale statua equestre di San Giorgio martire e il drago, alta 3,05 metri, con basamento di 2,50x1,40 metri.

Un’opera commissionata dal Conte de’ Marsi Placido de’ Sangro, nipote del Duca di Martina, che allora abitava nella casa ducale “Isabella” a San Basilio, ma rimasta incompiuta per l’immatura morte nel 1912 del Conte e nel disinteresse dei suoi eredi nonostante l’opera fosse quasi ultimata.

Nel 1993 il san Giorgio era stato promesso in dono all’Accademia delle Belle Arti di Bari ma l’Amministrazione locale si oppose vivamente “asserendo che quel monumento era troppo caro ai castellanetani per andar via”.

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