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CastStory: Per lo studio della nostra città

CastStory: Per lo studio della nostra città CastStory: Per lo studio della nostra città | © n.c.

Grazie alle vedute disegnate da artisti spesso improvvisati abbiamo idea concreta di situazioni urbane di tempi antichi, quando le fotografie non esistevano.

Accade anche per Castellaneta in virtù del lavoro eseguito da un frate disegnatore (dotato di modeste qualità espressive) e facente parte di una raccolta di planimetrie manoscritte di alcune città italiane visitate dal padre agostiniano Angelo Rocca, in qualità di segretario generale dell’Ordine, tra il settembre 1583 e il giugno 1584, in occasione delle sacre visite compiute ai conventi agostiniani.

Si tratta di una rappresentazione elementare del nostro paese e del territorio circostante visto da sud, con un’attenzione particolare alle chiese, ai monasteri e ai giardini della zona, e con diverse annotazioni sul paesaggio.

Il disegno, pur nella sua ingenuità, restituisce l’immagine di una città fortificata con 1600 fuochi (circa 6000 abitanti), racchiusa all’interno di una cinta muraria che la cinge da ovest e da sud, essendo naturalmente difesa sugli altri due lati dagli strapiombi della gravina su cui direttamente si affaccia.

Una porta grande, a ovest, e una porta piccola, a sud-est, garantiscono l’entrata allo spazio urbano protetto da un fossato e da un muro provvisto di merlature per tutta la sua lunghezza e intervallato da torri di difesa, cilindriche e merlate.

L’ingresso di porta Piccola è garantito da una torre quadrata.

All’interno un tessuto edilizio compatto e disordinato che non lascia intravedere i tracciati stradali ma dal quale emergono le sagome delle chiese più visibili da quel punto di osservazione.

A est, nella parte più alta, spicca la corposa sagoma della grande cattedrale tardo-romanica con il suo campanile provvisto di bifore al piano campanario.

Altre sagome di chiese compaiono poi, confuse tra i tetti dei fabbricati e molti comignoli.

Tra le simpatiche notazioni sul territorio, definito a sud dalla linea della costa, l’indicazione della “marina”, le distese dell’Orsanese, la “regia salina” ma anche “arbori dove casca la manna”.

Nella parte alta invece il “bosco chiamato Selvapiana” e una “gravina profondissima”.

Tra le costruzioni importanti esistenti fuori le mura, a nord ovest il Monastero dei Cappuccini (Ospedale vecchio), a sud ovest il Monastero di san Francesco e di fronte alla Porta Grande una chiesetta dedicata a san Vito (nel sito dove oggi è san Michele). In una direzione intermedia (attuale via Roma) una stradina con una piccola chiesa dedicata a sant’Antonio (a noi sconosciuta) che alcuni documenti definiscono “Sant’Antonio fuori le mura”.

Ad est invece, non lontana da porta Piccola, la piccola “cappella di Santa Maria dela luce” e, sul ciglio della gravina, la chiesa “ecclesia di Santa Maria de lo pescho”.

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