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Si è spento Don Armando Diaz: il Duca della Vittoria... innamorato di Castellaneta

Don Armando Vittorio Diaz Don Armando Vittorio Diaz

Don Armando Diaz, che qualcuno a Castellaneta ancora ricorderà, si è spento due giorni fa a Roma all’età di 82 anni.

Romano di nascita ma castellanetano di adozione da quando scoprì inopinatamente le delizie di un clima gradevole e un ambiente tranquillo che caratterizzano l’agro castellanetano, grazie alla profonda amicizia con la famiglia Giovinazzi (soprattutto Augusto).

A metà degli anni ’80 la decisione di condividere un pezzo della sua vita con il nostro territorio eleggendo a propria abitazione una bella casa di proprietà in contrada Papatonno. Un’oasi di serenità per un uomo al quale non mancavano certo iniziative operose di vita.

Aveva cominciato lavorando in banca ma, dopo il primo matrimonio con la principessa romana Pallavicini, si dedicò esclusivamente all’amministrazione dei numerosi possedimenti familiari.

Personaggio di grande cultura e molto stimato nell’ambiente militare perché titolare del titolo di “III Duca della Vittoria” ereditato da suo nonno, omonimo, generale Armando Diaz, rimasto alla storia per il prestigioso incarico di Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito nella Grande Guerra.

Gli avvenimenti storici ci ricordano che Diaz, durante la prima guerra mondiale, fu chiamato a sostituire il generale Luigi Cadorna e riuscì a ribaltare le sorti della guerra e a portare alla vittoria le truppe italiane. Per questo motivo ottenne dal re Vittorio Emanuele III il titolo di “Duca della Vittoria” trasmesso poi al proprio figlio Marcello (II) e quindi all’omonimo nipote (III).

Cooptato, per ovvi motivi, in iniziative legate alla aristocrazia romana ne partecipava con distacco, senza ostentazioni, facendo emergere il lato semplice del suo carattere.

Chi lo ha conosciuto, ricorda un omone quasi sempre vestito con l’abito da caccia e una simpatica coppola verde; ne ricorda anche la semplicità caratteriale, la disponibilità all’ascolto e alla collaborazione fattiva, sempre pronto ad assumere incarichi sociali anche nella nostra comunità.

Molti, per esempio, lo ricordano sempre presente a bordo campo, durante le partite dell'allora "SS Basket Castellaneta": il presidente Stefano Antohi, divenuto vicesindaco, lo scelse infatti per un paio d'anni in sua sostituzione come "presidente nominale" del club, perché persona a lui vicina e di estrema fiducia.

Poi, per problemi di salute, fu costretto ad allontanarsi definitivamente da Castellaneta, quel territorio tanto amato da invogliarlo ad una scelta di vita. Così, tornò a Roma vicino all’affetto e alle cure dei figli.

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